23/09/2013 di Redazione

Il fondatore di RIM torna per salvare BlackBerry?

Secondo il Wall Street Journal Mike Lazaridis, cofondatore di RIM, avrebbe avviato le trattative con i fondi di private equity Blackstone Group e Carlyle Group per una potenziale offerta per l'acquisto di BlackBerry.

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BlackBerry potrebbe essere salvata dall'ex amministratore delegato e cofondatore Mike Lazaridis, che alla luce delle disastrose perdite registrate nel primo trimestre fiscale, dei licenziamenti programmati e della possibilità di uno smembramento e della conseguente vendita delle attività, potrebbe cercare un'operazione di salvataggio in extremis. Stando alle indiscrezioni avrebbe già preso contatto con i fondi di private equity Blackstone Group e Carlyle Group per una potenziale offerta per l'acquisto dell'azienda.

La notizia è stata diffusa dal Wall Street Journal, secondo cui Lazaridis avrebbe avanzato un'offerta che l'azienda canadese starebbe valutando. Le indiscrezioni sulla possibile vendita di BlackBerry si susseguono da tempo, e Bert Nordberg di recente ha dichiarato che l'azienda potrebbe cedere alcune delle sue divisioni per diventare un piccolo produttore.

Mike Lazaridis

L'ipotesi insomma non sembra campata in aria, così come l'idea che uno dei fondatori della ex Research In Motion possa fare da salvatore. Jim Balsillie e Mike Lazaridis si erano dimessi a gennaio 2012, dopo il blocco della push mail che aveva bloccato i clienti di mezzo mondo per tre giorni, una crisi che aveva tagliato il 75% del valore dell'azienda (dovuto al successo di iOS e Android, sottovalutato troppo a lungo) e un ritardo nell'annuncio di BlackBerry 10 che gli investitori avevano reputato intollerabile.

Al loro posto era subentrato l'attuale AD Thorsten Heins, che ha prolungato il ritardo di BB10 fino a fine gennaio di quest'anno, non ha risollevato in maniera sostanziale le finanze aziendali nonostante pesanti misure di ristrutturazione, e - oggi si apprende - ha anche annunciato il ritardo della versione di BBM per iOS e Android.

L'affetto di Lazaridis per l'azienda che lui stesso ha fondato potrebbe essere il motivo della sua decisione. Senza dubbio gli si può imputare la mancanza di lungimiranza quando Apple prima e Google poi hanno esordito con gli smartphone. Quel che è certo è che cercherebbe di salvare il salvabile, e non di svendere al miglior offerente rischiando di far fare all'ex RIM la fine di Plam. Non resta che attendere.

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