27/12/2014 di Redazione

Il futuro che vogliamo, fra robot, app e telepatia digitale

Un nuovo report di Ericsson delinea le dieci tendenze innovative più forti del 2015, esaminando un campione di utenti propensi all’uso delle tecnologie e della Rete. La voglia di condividere informazioni e contenuti dominerà cittadini e città, ma la priva

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Dispositivi mobili “tradizionali”, ma anche wearable device e robot. Informazioni personali da proteggere, ma anche condivisione di pensieri, dati, risorse. La tecnologia che permea le città, le scuole, le case del comune cittadino nel 2015 imboccherà un po’ tutte queste direzioni, come ha raccontato Ericsson nel suo ultimo report sui dieci Hot Consumer Trends per il 2015. In forma schematica, l’azienda ha riassunto fenomeni dai contorni sfumati l’uno nell’altro, che riguardano l’hardware, il software, le reti e – soprattutto – le modalità con cui la tecnologia sta facendo evolvere lo stile di vita di tutti noi, nel quotidiano.

Redatta dall’Ericsson ConsumerLab e giunta alla quarta edizione, l’indagine si focalizza su utenti di età compresa fra i 15 e i 69 anni, tutti possessori di smartphone, residenti a Johannesburg, Londra, Città del Messico, New York, Mosca, San Francisco, San Paolo, Shanghai, Sydney e Tokyo. Queste città, dal punto di vista statistico, sono un campione rappresentativo dell’opinione di 85 milioni di utenti che utilizzano Internet frequentemente.

Il prossimo anno, a detta di Ericsson, l’aspettativa di poter sfruttare una connettività “ubiqua” diventerà ancor più evidente, riversandosi non solo sui gadget tecnologici ma anche su oggetti più comunui: dagli specchi presenti in casa, ai marciapiedi, alle confezioni delle medicine. Idee che fino a ieri sembravo fantascientifiche, come i robot domestici, sembreranno pensabili. Inoltre, si raggiungerà un punto di svolta nella fruizione di contenuti televisivi: i video in streaming supereranno, per frequenza di visione, i programmi trasmessi in tradizionale broadcasting.

“L’effetto cumulativo degli smartphone, diventati parte integrante della società, è davvero sorprendente”, ha commentato Michael Björn, head of research di Ericsson ConsumerLab. “Come consumatori, proviamo sempre nuove app e continuiamo a utilizzare quelle che pensiamo possano migliorare, arricchire o prolungare la nostra vita, tutto ad una velocità tale da non renderci nemmeno conto che le nostre attitudini e comportamenti stanno cambiando molto rapidamente. I servizi e i prodotti che fino a poco tempo fa sembravano al di fuori di ogni possibile immaginazione sono oggi facilmente accettati e ritenuti in grado di raggiungere rapidamente il mercato di massa”.

 

 

Vediamo punto per punto quali saranno i più importanti trend dell’anno nuovo secondo Ericsson.

Il futuro in streaming

Il 2015 rappresenterà un anno di passaggio storico, in quanto sempre più persone guarderanno video in streaming su base settimanale rispetto alla Tv tradizionale. Nel 2011, secondo i dati di Ericsson, l’83% dei possessori di smartphone guardava programmi televisivi tradizionali più volte a settimana, mentre la quota di fruitori abituali di Tv in streaming era ferma al 61%; quest’anno tra i 16-45enni l’abitudine a guardare frequentemente contenuti video online ha superato il piccolo schermo (80% vs 77%).

Le case “collaborative”

Connessioni domestiche, smartphone e tablet corredati di applicazioni, apparati, sistemi antifurto ed elettrodomestici intelligenti stanno gradualmente realizzando il “sogno” della domotica. Gli intervistati, in particolare, desidererebbero nelle propri case sensori in grado di avvertirli in caso di problematiche relative all’acqua e all’elettricità (piacerebbero al 55% del campione) oppure di monitorare l’ingresso e l’uscita di persone dall’abitazione. Il 48% dei possessori di smartphone vorrebbe poter visualizzare alla mattina, sullo specchio del bagno, statistiche sulla qualità del proprio sonno, una selezione di notizie, calendari e appuntamenti.

La trasmissione del pensiero

Oltre un terzo degli intervistati vorrebbe possedere uno smartwatch che trasmette impulsi ad altri utenti attraverso l’interazione touch sul quadrante, mentre il 40% sarebbe interessato a dispositivi wearable che realizzino una sorta di “telepatia tecnologica”, cioè la trasmissione del pensiero. Più di due terzi degli interpellati crede che questo tipo di interazione si diffonderà entro l’anno 2020, sia come nuova forma di comunicazione, sia come metodo di controllo dei dispositivi di domotica.

Cittadinanza smart

Il tema delle smart city è vasto e variegato. Lo studio di Ericsson offre alcuni spunti di riflessione sulle tecnologie che i cittadini ritengono più utili a migliorare la propria qualità di vita: il 76% vorrebbe disporre di applicazioni con mappe aggiornate in tempo reale, che monitorino il volume di traffico o l’affollamento di una specifica area; molti sono interessati ad app che misurino i consumi di energia (70%) e o la qualità dell’acqua (66%). Sette persone su dieci ritengono che entro il 2020 queste possibilità saranno comunemente diffuse.

 

 

La sharing economy

I concetti di connettività e di condivisione, pilastri di Internet e del mobile, stanno definendo una nuova cultura, più aperta e meno legata al concetto di possesso. Un utente smartphone su due, per esempio, è disponibile ad affittare le stanze libere della propria abitazione, i dispositivi personali per la cura della casa e l’attrezzatura per il tempo libero.

Il portafoglio digitale

Da Apple Pay a Google Wallet, il digital payment è uno dei più rilevanti “effetti collaterali” all’avanzata del mobile. Fra gli intervistati della survey, il 48% è interessato all’utilizzo dello smartphone per acquistare beni e servizi, e otto su dieci pensano che i telefoni cellulari sostituiranno il portafoglio entro il 2020. Oltre a veicolare i pagamenti, gli smartphone servono e serviranno per raccogliere punti fedeltà, effettuare check-in in negozi fisici, riscuotere coupon, validare biglietti, conservare ricevute.

Le informazioni personali

Nell’era dell’iper-condivisione, la protezione delle informazioni personali non smette di essere cruciale, anzi. Permangono giustificate preoccupazioni di privacy e sicurezza: per il 47% degli intervistati, per esempio, si dovrebbe poter effettuare pagamenti elettronici senza rilasciare informazioni personali; per il 56%, tutte le comunicazioni Internet dovrebbero essere criptate. Come metodo di autenticazione, più della metà preferisce la lettura dell’impronta digitale rispetto alle tradizionali password.

Una vita prolungata

Tecnologia e salute possono andare a braccetto, come dimostra la primavera dei wearable device (fitness band, in particolare) e il continuo sbocciare di applicazioni di personal training, che ci aiutano a fare jogging, a misurare il battito cardiaco e a controllare le abitudini alimentari. Gli abitanti delle dieci città indagate pensano che, in media, i dispositivi indossabili possano contribuire a prolungare di due anni la durata della vita se si limitano a tenere sotto controllo lo stress, e di quasi quattro anni se aiutano anche a fare attività fisica.

 

Le abilità dei robot domestici (clicca per ingrandire)

 

I robot domestici

Per il 64% degli intervistati, i robot diventeranno una tecnologia comune in tutte le case entro il 2020. Il 57% acquisterebbe un sistema automatico che lo aiuti a fare il bucato, il 40% è interessato a robot che spieghino come utilizzare nuove tecnologie, come cucinare pasti più salutari o come perdere peso. Più importanti ancora saranno, nei prossimi anni, gli “assistenti personali” che aiutano chi ha difficoltà motorie a spostarsi in casa o a guidare. A detta di Ericsson, con lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale che poggiano sul cloud, questa tecnologia diventerà progressivamente meno costosa: già nei prossimi cinque anni potremo assistere a “cambiamenti radicali”.

Bimbi iperconnessi

Il 46% degli intervistati crede che i bambini di oggi, crescendo, daranno per scontato di poter connettere qualsiasi dispositivo alla Rete, mentre il 45% pensa che leggeranno più su schermi digitali che non su carta. Quasi tutti, inoltre, concordano sul fatto che Internet influenzi, in un modo o nell’altro, le esperienze di percezione e comunicazione dei più piccoli.

 

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