Il laser “brucia” l’inchiostro per una stampa più green
Un gruppo di ex ricercatori olandesi ha brevettato “Inkless”, sistema per il printing senza consumabili. Ricorrendo a fasci di luce pulsata è possibile incidere la carta e ottenere un nero caratterizzato da un contrasto elevato, adatto anche alla lettura.
Pubblicato il 07 gennaio 2017 da Redazione

Dimenticate cartucce d’inchiostro e toner, il futuro della stampa è “Inkless”. Ex ricercatori della University of Technology di Delft, nei Paesi Bassi, hanno sviluppato e testato una nuova tecnologia che sfrutta un laser per incidere leggermente la carta ed evitare così l’utilizzo di consumabili o di altri materiali a supporto. Gli esperti hanno fondato un’azienda, Tocano, e hanno brevettato il metodo, chiamandolo semplicemente “Inkless”. È facile capire i vantaggi di questo sistema: riduzione significativa dei costi, impatto ambientale molto più contenuto e processi di stampa senza interruzioni dovute all’esaurimento di cartucce e toner. In realtà, tecnologie che non utilizzano l’inchiostro esistono già.
Si pensi, per esempio, alle stampanti termiche. Ma questi dispositivi, sottolinea Tocano, richiedono uno speciale substrato rivestito per imprimere numeri e lettere. Altre, invece, non garantiscono un contrasto sufficiente per una lettura ottimale. “Inkless” permette di riprodurre anche testi perfettamente leggibili sui materiali sottili come i fogli di carta.
L’azienda specifica che i principali campi applicativi sono tre: la stampa di produzione, quella consumer e da ufficio e quella adibita alla marcatura dei prodotti con codici. Ovviamente, l’unico colore riproducibile è il nero e quindi l’output sarà esclusivamente monocromatico. Il progetto di “Inkless” è basato sulla carbonizzazione, che consente di bruciare effettivamente la carta e di tracciarvi sopra piccolissimi punti neri.
La sfida per gli ex ricercatori è stata quella di creare il perfetto equilibrio tra l’intensità del raggio laser e il tipo di incisione che si voleva ottenere, in modo da lasciare il segno sul materiale ma senza bruciarlo del tutto. Dopo numerosi test in laboratorio, il team è riuscito a riprodurre un’intensità di nero soddisfacente, del tutto simile a quella dei consumabili utilizzati nelle più comuni stampanti in commercio.
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