28/08/2012 di Redazione

Il personal cloud tricolore? Contenuti e sicurezza

Secondo un’indagine condotta da Gfk per conto di F-Secure in 14 Paesi del mondo, in Italia oltre l’80% degli utenti che utilizzano servizi di storage nella nuvola è preoccupato dai malware e da perdite accidentali dei propri dati, anche se solo il 63% eff

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Nei confronti degli spesso paventati rischi del cloud computing, gli italiani sono meno sprovveduti e incoscienti di quanto non si pensi. Proteggere i contenuti personali affidati alla nuvola da minacce cibernetiche, sguardi indiscreti e perdite accidentali dei dati, infatti, è uno scrupolo ricorrente per la maggior parte degli utenti tricolori, come svela un’indagine di F-Secure: quando si parla di content cloud (la nuvola utilizzata per archiviare, sincronizzare e dare accesso a contenuti utilizzando una molteplicità di device), l’84% si preoccupa della protezione dai malware, l’82% di effettuare backup regolari.



L’indagine, condotta da Gfk e basata su interviste via Web a 6.400 abbonati alla banda larga di età compresa tra i 20 e i 60 anni in 14 nazioni (Francia, Regno Unito, Germania, Svezia, Finlandia, Italia, Spagna, Olanda,  Belgio, US, Canada, Brasile, India e Giappone), nel nostro Paese ha coinvolto un campione di 400 persone, contattate tra maggio e giugno di quest’anno.

Non sempre tutto fila liscio: incidenti dovuti a malware o a salvataggi non sempre regolari (solo il 63% è solito effettuare backup manuali), o semplici distrazioni fanno sì che il 59% degli utenti broadband italiani abbia perso almeno una volta dei dati sensibili, senza poi riuscire a recuperarli.

Quel che emerge indubbiamente, sia nei risultati nazionali sia in quelli globali, è la grande voglia degli utenti di condividere informazioni – postandole sui social network o affidandole a servizi di storage e sharing nella nuvola –, slegando queste ultime dai vincoli fisici con un dispositivo specifico e legandole invece alle occasioni d’uso.

Voglia di condividere, ma con riserva
Su un punto il dato italico riflette, con piccolo scostamento percentuale, quello globale dell’indagine di F-Secure: il 78% e l’80% deli intervistati, rispettivamente, nel Belpaese e nel mondo accede ai contenuti affidati al cloud da dispositivi diversi. Come a dire che la sostanza è diventata più importante della forma, dal momento che questa può adattarsi di volta in volta alle circostanze, a un accesso Web da desktop o da terminale mobile.

Questa smania di condividere e fruire contenuti o servizi è bilanciata, d’altra parte, da una serie di preoccupazioni. Quelle, già citate, sulla perdita o violazione dei dati legata al cybercrimine, ma anche quelle relative alla privacy sui social media, citata come problematica dal 76% del campione. Il 43%, addirittura, si spinge a dichiarare di avere la sensazione di perdere il controllo sui propri contenuti inseriti nelle piattaforme 2.0 o nei servizi cloud-based. 



I livelli di attenzione, per così dire, sono alti anche per quanto riguarda l’e-commerce: oltre la metà dei rispondenti, 61%, è preoccupata di poter subire una frode ogni volta che esegue un pagamento online con la propria carta di credito. Inoltre, la protezione dei minori su Internet resta un tema caldo per il 91% degli utenti, che ritengono molto importante controllare e proteggere i propri figli dai contenuti per loro inappropriati circolanti in rete.
 
Riserve e cautele, in ogni caso, non sembrano verosimilmente poter arrestare il trend della migrazione dei contenuti nella nuvola. Attualmente, secondo l’indagine, il 39% degli Internauti sta già usando attivamente soluzioni cloud per archiviare, eseguire il backup o sincronizzare i propri file dai vari dispositivi; il 68% pensa che sarebbe utile avere tutti i contenuti accessibili su vari device in modo ubiquo; il 77% ritiene che i dati siano più importanti dei dispositivi stessi.  

“La protezione da virus, malware e altre minacce online – ha commentato Samu Konttinen, Executive VP Customer and Market Operations di F-Secure – resta più importante che mai”, ha spiegato. La novità è che i consumatori sono alla ricerca di modi sicuri per archiviare e sincronizzare i contenuti sui diversi dispositivi, anche per condividerli online, ovunque e in qualunque momento”.
 
Nonostante la grande crescita nei social media, il modo più usato per condividere i contenuti con amici e familiari si conferma l’email, regolamente scelta dal 74% dei rispondenti. Seguono l’uso di supporti fisici come CD o chiavette Usb,con un tasso di popolarità del 54%, e infine dei social media, scelti dalla metà del campione per effettuare invii o sharing di file.


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