“So che posso osservare il lavoro fatto in Expedia e dire ‘missione compiuta’. E posso anche guardare avanti, verso Uber, e sapere che farò la differenza, spero in senso positivo”. Si è presentato con queste parole Dara Khosrowshahi, fresco di nomina a Ceo della società di ride-hailing di San Francisco, a distanza di pochi giorni dalla conferma ufficiale del board dell’azienda. Il nuovo amministratore delegato, 48 anni ed effettivo da oggi, succede a Travis Kalanick, uno dei cofondatori di Uber e suo numero uno fino allo scorso giugno. In contemporanea alle parole di Khosrowshahi è circolato anche un messaggio di Kalanick, costretto a lasciare la poltrona più importante in seguito alle sempre più insistenti pressioni degli azionisti. “Sono contento di accogliere Dara Khosrowshahi come nuovo Ceo di Uber”, ha scritto Kalanick, che è rimasto comunque nel board aziendale.
“Con una profonda passione per il team building, Dara ha fatto crescere Expedia fino a farla diventare una delle piattaforme tecnologiche di viaggio più di successo al mondo. Votare per il nuovo chief executive di Uber è stato un momento importante per me e non potrei essere più felice di passare la torcia a un leader così stimolante”, ha concluso l’ex amministratore delegato.
Pensieri ripresi da tutti gli executive dell’unicorno californiano. “Siamo molto fortunati ad avere ora un leader con l’esperienza, il talento e la visione di Dara. Il board e tutto il team di vertice è convinto che Dara sia la persona migliore per guidare Uber nel futuro sviluppando prodotti di prim’ordine, trasformando le città e fornendo valore aggiunto alle vite di conducenti e rider in tutto il mondo”.

Dara Khosrowshahi, nuovo Ceo di Uber
La scelta di Khosrowshahi ha comunque spiazzato diversi osservatori e gli analisti sono ora curiosi di capire se questo Ceo di successo, ma sicuramente non di primissimo piano, riuscirà a risolvere le numerose grane che stanno affliggendo da diversi mesi la compagnia di San Francisco. A partire dai comportamenti sessisti di alcuni dirigenti, fino ad arrivare alla causa legale in corso con Waymo, società di Alphabet.