12/04/2006 di Redazione

Il punto su WiMax, WiFi e Divario Digitale

L'edizione 2006 del WLAN Business Forum ha ospitato interessanti conferenze sui temi della connettività senza fili WiFi e sull'imminente standard WiMax, che dovrebbe mettere la parola fine al problema del divario digitale. I produttori di dispositivi per

Successo di pubblico per il Wlan Business Forum 2006

Giunto alla sesta edizione, il Wlan Business Forum continua a riscuotere successo. L'area congressi del Crown plaza hotel di San Donato, alle porte di Milano, è stata affollata per tutta la giornata del quattro aprile da operatori del settore. Il Wireless desta infatti un interesse sempre maggiore; in Italia la diffusione delle tecnologie di rete senza fili è ancora limitata, ma la voglia di aggiornarsi sui temi più in voga nel settore del networking è tanta. Inoltre va ricordato che non capita tutti i giorni di poter assistere a conferenze ad alto tasso tecnico completamente gratuite.

Il Wlan Business Forum 2006 era diviso in due aree. La prima, dedicata alle conferenze, straripava letteralmente e i posti a sedere erano pieni già tutti occupati poco dopo le nove di mattina. Grande affluenza anche nell'adiacente sezione dedicata agli stand degli espositori e degli sponsor della manifestazione, piccola ma destinata sicuramente a crescere. I visitatori hanno potuto vedere e conoscere attrezzature e dispositivi che saranno sempre più diffusi nel territorio.


La zona espositiva del WLAN Business Forum 2006

Le due tematiche principali dei Forum sono state la crescita e l'evoluzione della connettività WiFi e l'imminente WiMax, lo standard che porterà la banda praticamente ovunque e, con tutte le probabilità, aiuterà a mettere fine alla problematica del Digital Divide.

Tecnologie: WiMax, WiMax mobile e HiperLan

I seguenti contenuti sono tratti parzialmente da Wikipedia, l'enciclopedia universale ad accesso gratuito e fruizione condivisa: http://it.wikipedia.org

WiMAX è una tecnologia di rete di area metropolitana (MAN) senza fili che connetterà a Internet gli hotspot IEEE 802.11 (Wi-Fi) e fornirà un'estensione wireless alle connessioni a cavo e DSL per l'accesso in banda larga dell'ultimo miglio. IEEE 802.16 consente una estensione di area di servizio lineare fino a 50 Km (31 miglia) e consente agli utenti una connettività a una stazione base verso la quale manca una linea diretta di vista. Osserviamo che questo non significa garantire la connettività agli utenti che si trovano a una distanza di 50 km privi di una linea diretta di vista. Le prime 2 fasi di attivazione del progetto prevedono infatti la realizzazione di collegamenti punto-punto, per servire aree non raggiungibili in altro modo dal collegamento a banda larga o più semplicemente per utilizzare un mezzo trasmissivo alternativo al rame e alla fibra. In questo periodo l'utente finale non avrà quindi alcuna interazione con il sistema WiMax, accederà alla rete utilizzando le attuali tecnologie ed eventualmente un collegamento Wi-Fi.

La tecnologia supporta inoltre velocità di trasmissione di dati condivisi fino a 70 Mbit/s, secondo i proponenti di WiMAX questa ampiezza di banda è sufficiente per supportare simultaneamente almeno 60 aziende con connettività di tipo T1 e ben più di un migliaio di abitazioni con connettività al livello DSL da 1 Mbit/s.

Un aspetto importante di IEEE 802.16 sta nel fatto che esso definisce uno strato MAC che supporta specifiche di strato fisico multiplo (PHY). Questo è cruciale perché i produttori di apparecchiature per l'utente finale possano differenziare le loro offerte.

Al momento WiMax è una tecnologia in corso di "sperimentazione" in Italia, dove è utilizzata solamente alla frequenza di 3,5 gigahertz.

A ottobre 2005 è arrivato anche lo standard pensato per l'uso di WiMax in ambito mobile. Secondo alcuni sostituirà l'UMTS, anche se siamo lontani da una miniaturizzazione degli apparati WiMax sulle dimensioni e pesi di un cellulare. Le frequenze sopra i 10 gigahertz, che rientrano nelle spettro di frequenze del WiMax, sono già state protette. Lo scopo sarebbe difendere le miliardarie licenze UMTS pagate anni fa dagli operatori. Il Wimax sarebbe utilizzato per la fonia mobile e il traffico Internet ora mosso da UMTS e, la banda restante, rivenduta dai grandi operatori a piccoli provider per le connessioni wireless.

Secondo altri, non potendosi avere da subito cellulari WiMax, sarà utilizzato come backbone, dorsale di banda larga alla quale allacciare reti HiperLan2, per la sua capacità "dichiarata" di portare 50 e più megabit fino a 50 km dall'antenna WiMax: i grandi operatori lo rivenderanno a piccoli Wireless ISP (WISP) che compreranno banda WiMax anzichè allacciare la loro rete wireless al cavo (doppino o fibra ottica).

HIPERLAN è il nome di uno standard WLAN (standard ETS 300 652 ed ETS 300 836). È l'alternativa europea agli standard IEEE 802.11 (la IEEE è un organizzazione americana). Lo standard HIPERLAN è definito dall'European Telecommunications Standards Institute (ETSI).

Si tratta di una tecnologia wireless che con antenne a potenza d'emissione bassissime di 1 microWatt (inferiori a quelle di un'antenna per cellulari) assicura una banda di 24 oppure 52 megabit/sec su frequenze militari nell'intorno dei 5 gigahertz, entro un raggio che arriva a coprire distanze fino a 30-40 km dall'antenna. Possibile soluzione al problema del digital divide, dopo una sperimentazione di due anni, con il decreto Stanca (8 giugno 2005) ne è liberalizzato l'uso. Fra i molti produttori di tale tecnologia possiamo elencare Alvarion ed altri operatori. Come spiegato per il wi-fi, è possibile chiedere i permessi al ministero delle tlc. Si resta in attesa che il Ministero della Difesa abbandoni l'uso di tali frequenze e rilasci il permesso per impieghi civili; probabilmente, non sarà necessario chiedere una licenza al ministero delle difesa, ma continuerà l'affollamento su tali frequenze con un segnale insicuro e instabile (frequenti cadute di connessione). Una recente direttiva UE su proposta di alcuni europarlamentari ha liberalizzato in tutta l'UE l'uso delle frequenze intorno ai 5 gigahertz, e la tecnologia HiperLan.

Diffondere la banda larga senza fili

In breve, Wimax e HiperLan sono protocolli per collegare in maniera economica ed efficiente l'ultimo miglio, con lo scopo ultimo di far accedere a Internet aziende e residenze private non cablate dai provider con le attuali tecnologie, ossia doppino telefonino o fibra ottica. WiMax in particolare nasce per fornire connessioni a banda larga su lunghe distanze e si inquadra nel concetto delle reti metropolitane (MAN - Metropolitan Area Network).

Tramite WiMax si può comunicare dati, voce con voip, accedere a database, intranet e connessioni multimediali con un throughput teorico di 75 Mb e un raggio massimo di 50 km.La capacità di fare connessioni anche non in linea di vista, sicurezza avanzata della comunicazione e possibilità di connessione punto punto e punto multi punto.

All'interno delle aree dove è già disponibile Internet a banda larga tramite la classica ADSL o fibra ottica, e nelle nuove aree che saranno coperte grazie a WiMax, i WISP, ovvero i Wireless Internet Service Provider, inizieranno a fornire un servizio di collegamento a Internet completamente indipendente dalle Telecom nazionali e private.

I Wisp raggiungeranno i propri clienti popolando il territorio con le base station, che funzionano pressappoco come i ripetitori per la telefonia mobile. Ogni base station può gestire un certo numero di client e coprire un determinata parte di territorio.

Il Wisp fornirà al cliente l'attrezzatura necessaria per ricevere il segnale e probabilmente si attueranno politiche di noleggio, esattamente come si fa oggi con i router in ambito aziendale e i modem in ambito privato. Il cliente non dovrà far altro che collegare alla propria rete locale il cavo che esce dal ricevitore.

Un'opportunità per risolvere il divario digitale.

Molti comuni italiani non hanno ancora accesso a Internet ADSL. Non si tratta solo di comuni dispersi tra monti, campagne e foreste; ma anche di piccoli paesi, distribuiti su territori per nulla impervi ma che, per ragioni economiche, non sembrano interessanti alle nostre telco di casa nostra. In cifre, i comuni italiani senza accesso ADSL sono il 60% del totale. Nella classifica del digital divide sorprendentemente il ricco Piemonte è in una delle peggiori posizioni, mentre la Puglia – la cosiddetta Lombardia del sud – è in pole position.


La sala conferenze del WLAN Business Forum ha ospitato molti interventi sul tema del Digital Divide

Le aree con la minore copertura sono quelle rurali e in generale extra urbane. Dove però, nello specifico caso italiano, esistono parecchie sedi di aziende che hanno delocalizzato la produzione e si trovano, per questo, isolate dalla banda larga.

L'avvento di WiMax potrebbe portare maggiore efficienza sia alle piccole e piccolissime aziende che ai colossi come Poste Italiane. Le PT hanno 7000 uffici senza connessione a banda larga; di conseguenza nella metà delle sedi non possono offrire alla clientela determinati servizi avanzati.

Per un'azienda come PT il digital divide costituisce un ostacolo importante allo sviluppo omogeneo dell'infrastruttura di servizio ed è proprio sulla spinta di certi operatori – che stanno già sperimentando le nuove tecnologie per mettere in collegamento alcuni uffici – che ci aspettiamo buone notizie da WiMax & Co.

Nel frattempo, si attende la seconda fase di test che avrà luogo in questo primo semestre del 2006. Le regole per l'assegnazione delle licenze saranno invece decise nel secondo trimestre e le prime aste dovrebbe avere luogo nel primo 07. É prevedibile anche uno spostamento, entro il 2007, delle comunicazioni sfruttate in ambito militare su frequenze al di sopra e al di sotto di quelle usate da WiMax e HiperLan. In questo modo le procedure per diventare WISP saranno decisamente snellite.

La diffusione di Wimax infine dipenderà parecchio dalla politica di licensing. Chiaramente il costo deve essere abbordabile anche per i piccoli operatori, magari parcellizzandole licenze in funzione del territorio - nazionale, regionale, provinciale se non anche a livello della aree comunali.

Sarà importante per lo stesso motivo anche definire modalità di pagamento flessibili, diversamente solo i colossi potranno accedere a Wimax. Un'altra opportunità potrebbe nascere dall'inserimento all'interno delle licenze opportune condizioni anche il servizio di mobilità nella banda dei 3.5 GHz.

Le tecnologie per annullare le distanze

Nello spazio espositivo del WLAN Business Forum avevano ampio spazio le tecnologie per i collegamenti punto a punto, punto a multi punto. Lo stato della tecnologia permette, già oggi, di mettere in rete luoghi distanti anche molti chilometri senza "tirare" cavi . Con dispositivi come quelli presentati al Wlan Forum un'azienda può collegare diversi fabbricati distribuiti a distanza anche di qualche chilometro l'uno dall'altro. Può essere il caso delle università, per esempio, che spesso hanno sedi distaccate. Oppure dei centri di ricerca o semplicemente delle poste.

La soluzione di trasporto dati più usata rimangono le onde radio. La comunicazione punto a punto sulla lunga distanza è ancora affidata alla vecchia parabola. Con due parabole di buona qualità si possono collegare in rete due locazioni distanti fino a 30 chilometri. Con l'aumentare della distanza naturalmente diminuisce anche la banda a disposizione.


La parabola è tuttora il sistema di trasmissione di onde radio punto a punto più efficiente ed economico.

Per coprire in maniera capillare un territorio e fornire connettività da un luogo all'altro invece si usano una serie di apparati, che hanno il doppio scopo di comunicare l'uno con l'altro per trasportare la connettività lungo la dorsale e di diffondere il segnale nell'area assegnata.

Atlantis Land sta lanciando un'offerta basata su HiperLan, standard compatibile con le attrezzature 802.11A e di conseguenza decisamente meno costoso da implementare - i chip già esistenti si possono riutilizzare.


Ripetitori e ricevitore di Atlantis Land basati su standard HyperLan.


Dal ricevitore CL200 di Atlantis Land esce un normale cavo di rete, con il quale portanre la banda larga nel network aziendale o residenziale.

Le tecnologie per annullare le distanze, Continua

C'è anche chi preferisce usare uno standard proprietario. È il caso della soluzione Canopy di Motorola che, a detta del produttore, garantisce maggiore sicurezza e migliori prestazioni rispetto agli standard esistenti.


I ripetitori Canopy di Motorola sfruttano uno standard proprietario. Nell'era degli standard sarà una scelta azzeccata?

Raytalk, azienda locata a San Marino, presentava il proprio sistema di per applicazioni d'infrastruttura wirelessa territoriale, chiamato MHAN (Multi Hop Access Network). Si tratta di un protocollo MESH, ovvero un sistema che instrada dati attraverso nodi interconnessi tra loro HiperLan. In attesa delle licenze WiMax Raytalk offre già oggi una tecnologia per diffondere la banda larga su ampi territori senza problemi legati a frequenze riservate.


Il MHAN X-1 di Raytalk funge da distributore HiperLan e Base Station WiFi.


La soluzione LightPointe, distribuita in Italia da Itway VAD, è un interessante sistema di comunicazione che trasporta dati grazie alla luce.


Con gli apparati LightPointe si possono collegare due locazioni distanti fino a 5 chilometri tramite segnali ottici (luce).

WiFi: sicurezza e fruizione ottimale in ambito aziendale

Cosa è lecito pretendere da una rete wireless? Bisogna innanzi tutto fare in modo che la rete senza fili sia perfettamente integrata in quella esistente. Non deve portare variazioni di indirizzi e di IP, non bisogna toccare le autorizzazioni dei clienti.


Il proiettore Epson EMP 765 ha uno slot PCMCIA dove inserire una scheda di rete WiFi.

L'utente che passa dalla rete fissa a quella mobile non deve trovare variazioni nelle modalità di accesso e nella fruizione delle infrastrutture aziendali. La rete WiFi inoltre deve garantire maggiore sicurezza rispetto a quella cablata, quindi livelli di crittografia simili o superiori oltre che una affidabile "rogue detection".

Con i telefonini WiFi inoltre bisogna passare in maniera trasparente, entrando nelle mura aziendali, dalla rete GSM alla wlan aziendale. WiFi inoltre, premesse le esigenze di sicurezza, deve dare maggiore produttività. Nel settore pubblico - come nel caso degli hotspot di aereoporti e centri commerciali - la tecnologia wireless deve offrire servizi e opportunità sempre attivi e facilmente disponibili.


Una stampante laser Epson C2600 collegata tramite un print server WiFi.

Un professionista mobile – figura che sarà sempre più presente anche in Italia – non deve quindi preoccuparsi d'installazioni e configurazioni, ma deve poter continuare a lavorare in qualsiasi luogo coperto da GPRS, UTMS, EDGE, WiFi, WiMax, passando da uno standard all'altro in maniera trasparente.

La nuova opportunità: RFID

I chip RFID (Radio Frequency IDentification) sembrano destinati a rivoluzionare la filiera industriale, la distribuzione e anche la vendita al dettaglio. Si tratta di minuscoli chip che immagazzinano e comunicano informazioni tramite tecnologie radio. Incorporandoli sui materiali di costruzioni, le componenti da assemblare e sui prodotti finiti sarà possibile controllare ogni fase della filiera produttiva e distributiva.

La gestione del magazzino sarà svolta in tempo reale e diventerà decisamente più efficiente. In ogni momento infatti basterà un'occhiata a un terminale per sapere con precisione tutti i materiali e i prodotti presenti a magazzino.

Un altro scenario futuribile è quello di centri commerciali nei quali tutti i beni in vendita sono "taggati" con i chip RFID. Per fare la spesa i clienti devono semplicemente caricare la merce sul carrello e dirigersi a una speciale cassa. Questa avrà un lettore di rfid che comunicherà la lista della spesa e il totale, che si potrà pagare comodamente con carta di credito. Per la tutela della privacy dei consumatori, che sicuramente non gradiranno essere cosparsi di chip in camicie, sciarpe e maglioni, si sta pensando a un sistema di auto distruzione post acquisto. Dopo l'acquisto e il passaggio in speciali zone - magari simili alle barriere anti taccheggio attuali - i chip si potrebbero disattivare permanentemente. Naturalmente perché questo sistema sia applicabile i chip devono costare pochissimo, oggi con un prezzo di circa 25 cent inciderebbero sul prezzo finale di molti beni a basso costo.

Un problema tutt'altro che secondario sarà l'impatto sull'occupazione, infatti ci sarà bisogno di meno cassieri e magazzinieri. Infine c'è ancora la questione di come integrare i chip a determinati componenti o prodotti. Questa sembra un'operazione facile con un cartone di latte o con la scatola di una TV, ma potrebbero esserci problemi, per esempio, con le parti metalliche di una catena di montaggio automobilistica, dove le stesse sono anche soggette a lavorazioni tutt'altro che delicate.

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