16/07/2020 di Redazione

Il report VMware sulle minacce informatiche al tempo del Covid-19

La società ha pubblicato i risultati di un’indagine che descrive in dettaglio l'aumento del volume degli attacchi - causato anche dalla pandemia e dal conseguente remote working - e i livelli delle violazioni in Italia.

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WMware ha reso noti i risultati del suo terzo rapporto sulle minacce alla sicurezza informatica che riguardano l’Italia. I dati del report “Le imprese estese sotto minaccia”, sono stati raccolti a marzo e aprile 2020 da Opinion Matters, una società di ricerca indipendente, per conto di VMware Carbon Black e si basano su un'indagine condotta interpellando 255 Cio, Cto e Ciso italiani.

Dal rapporto emerge che il 98% degli intervistati ha dichiarato che i volumi degli attacchi sono aumentati negli ultimi 12 mesi, quasi la totalità (99%) afferma che, nello stesso periodo, la propria azienda ha subito in media una violazione della sicurezza, e l'85% sostiene che gli attacchi sono diventati più sofisticati. A fronte della situazione, il 99% ha affermato di voler aumentare l’anno prossimo la spesa per le difese informatiche.

La causa più frequente delle violazioni è stata identificata nel cosiddetto island hopping (26%), in quanto la catena di approvvigionamento si è dimostrata un facile bersaglio per gli hacker. Troviamo poi le vulnerabilità del sistema operativo (18%) e gli attacchi ad applicazioni web (14%). Inoltre, secondo quanto rilevato dalla ricerca, i professionisti della sicurezza informatica italiani hanno dichiarato di utilizzare in media più di otto diversi strumenti o console per gestire il proprio programma di difesa informatica. Ciò indica un ambiente di sicurezza che si è evoluto in modo reattivo man mano che sono stati adottati strumenti di security per affrontare le minacce emergenti.

La ricerca è stata integrata con un'indagine sull'impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sul panorama degli attacchi. Secondo l’indagine integrativa, condotta con oltre 1.000 intervistati di Stati Uniti, Regno Unito, Singapore e Italia, il 90,5% dei professionisti italiani della sicurezza informatica ha dichiarato che il volume degli attacchi è aumentato con l'incremento del numero di dipendenti in remote working. Il 96% ha inoltre dichiarato che le rispettive organizzazioni hanno subito attacchi informatici legati al malware correlato all’emergenza derivata dalla pandemia.

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