19/02/2019 di Redazione

Il “super zoom” del Huawei P30 debutterà il 26 marzo a Parigi

L’azienda ha ufficializzato la presentazione della linea di smartphone top di gamma del 2019: il modello Pro dovrebbe impiegare una fotocamera a periscopio per garantire uno zoom ottico 10x. Il “fronte reti” però si scalda ancora.

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Huawei svela le carte: l’azienda cinese presenterà la serie di smartphone P30 il 26 marzo a Parigi, durante un evento dedicato. Il colosso di Shenzhen ha pubblicato su Twitter un teaser video in cui è possibile ammirare alcuni simboli della capitale francese: dalla Torre Eiffel all’Arco di Trionfo, passando per la cattedrale di Notre-Dame. Tutti gli edifici vengono prima ripresi da lontano e poi, improvvisamente, l’immagine viene ingrandita su qualche dettaglio: segno che ci si debba attendere un cellulare con un “super zoom” ottico? Il testo del tweet recita: “Le regole sono fatte per essere riscritte” e non è quindi sufficiente per capirlo. Ma, secondo i rumors emersi in rete, la fotocamera “a periscopio” del dispositivo dovrebbe consentire uno zoom 10x, anche se la funzionalità dovrebbe essere un’esclusiva del P30 Pro.

Il top di gamma, inoltre, potrebbe impiegare una quadrupla fotocamera posteriore (saranno invece tre sul P30 standard) e uno schermo Oled Full Hd+ da 6,5 pollici. Dovrebbero poi completare il quadro il lettore di impronte digitali integrato nel display, chip Kirin 980 o 990 e fino a 12 GB di Ram. Un vero e proprio concentrato di potenza, ma a quale prezzo? Huawei confermerà la linea dei 1.000 euro già varcata (di poco) con i Mate 20 o salirà ancora?

In attesa di scoprire i dettagli ufficiali della nuova linea di cellulari del gruppo cinese, vanno segnalati però gli ennesimi aggiornamenti sul fronte caldo delle reti. Da quasi un anno Huawei è rimasta incastrata nella contesa politica e commerciale tra Washington e Pechino, con diversi Paesi che stanno progressivamente decidendo di non utilizzare le sue apparecchiature di networking per le infrastrutture 5G.

Pochi giorni fa il vicepresidente Usa, Mike Pence, ha sollecitato gli alleati europei a considerare seriamente le minacce portate dai dispositivi Huawei alla sicurezza delle reti mobili di quinta generazione. I vendor del Dragone, secondo la Casa Bianca, affidano al regime “l’accesso a tutti i dati veicolati dalle loro apparecchiature”. La risposta cinese non si è fatta attendere: “Gli Stati Uniti stanno adducendo scuse per ostacolare lo sviluppo delle nostre aziende. Non chiederemo mai alle società di fornirci informazioni su Paesi stranieri tramite backdoor o altre azioni illegali”, ha sottolineato Geng Shuang, portavoce del ministro degli Esteri di Pechino.

La difesa di Huawei potrebbe però trovare un valido alleato nel Regno Unito. Ieri l’Uk National Cyber Security Center ha spiegato che i dispositivi di rete di Huawei per il 5G rappresentano un “rischio gestibile”, aggiungendo di aver trovato il modo di limitare eventuali pericoli per la sicurezza. Un vero e proprio schiaffo per gli Usa, che stanno premendo sui Paesi alleati per bandire le soluzioni del gigante cinese dalle infrastrutture di networking.

Ma Huawei non fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo che le cronache si preoccupano di aprirle una nuova voragine sotto i piedi. Secondo un’inchiesta di The Information, la società avrebbe ricompensato i propri dipendenti che riuscivano a impossessarsi dei segreti industriali di Apple. Il gruppo di Shenzhen avrebbe approcciato fornitori di Cupertino e anche diversi dipendenti di Foxconn per ottenere informazioni su prodotti e funzionalità sviluppati della Mela, tra cui il sistema di monitoraggio del battito cardiaco dell’Apple Watch e i connettori dei Macbook Pro del 2016.

In quest’ultimo caso, il progetto sarebbe stato ricopiato tale e quale nei Matebook Pro del 2018: una copia perfetta, al punto che molti partner di Huawei avrebbero riconosciuto il design originale e si sarebbero rifiutati di produrre il cavo. Un portavoce dell’azienda cinese ha smentito le ricostruzioni fatte da The Information.

 

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