15/11/2016 di Redazione

Il vento di Microsoft soffia in direzione contraria a Donald Trump

Il data center di Cheyenne, in Wyoming, beneficerà di 237 megawatt annui di energia eolica, derivanti da nuovi accordi. Sotto un mandato presidenziale che si preannuncia avverso all’energia green, l’azienda di Redmond prosegue dunque verso i propri obiett

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Nel Paese in cui il neoeletto Donald Trump punta su trivellazioni e oleodotti, Microsoft accelera invece sull’energia verde e in particolare su quella eolica. Proprio in quel Wyoming che ha deciso di premiare il candidato repubblicano, forse perché scontento della chiusura di molte raffinerie durante il mandato di Barack Obama, l’azienda di Redmond ha un data center che presto diventerà totalmente ecosostenibile grazie alla spinta del vento. La struttura, situata a Cheyenne, beneficerà di 237 megawatt aggiuntivi di energia fornita da due parchi eolici con cui Microsoft ha appena siglato un accordo.

Bloom Wind, fornitore collocato in Kansas (e reclutato attraverso Allianz Risk Transfer), garantirà al data center 178 megawatt, mentre dal parchi eolici di Silver Sage and Happy Jack, in Wyoming, giungeranno 59 ulteriori megawatt. La somma dei contributi permetterà all’impianto di Cheyenne di funzionare senza consumare ulteriori fonti di energia. E non solo: in caso di eccedenze accumulate nei generatori di backup del sito, i megawatt non sfruttati potranno alimentare la rete elettrica locale durante i picchi di domanda, a beneficio dei residenti e dell’ambiente.

Con questa mossa la società di Satya Nadella porta a 500 megawatt la quota di energia eolica e solare utilizzata dai propri data center. Per gli impianti statunitensi su cui poggiano Azure, OneDrive, Office 365 e molti altri servizi, i maggiori “produttori” di vento immagazzinato e tramutato in energia sono nell’ordine il Kansas, l’Illinois, il Texas e il Wyoming, mentre gli impianti fotovoltaici sfruttati da Microsoft si trovano in Virginia. “Questo investimento”, ha aggiunto Brad Smith, presidente e chief legal officer della multinazionale, “ci fa stare al passo con gli obiettivi energetici definiti la scorsa primavera”. Dall’attuale quota di energia green sul totale consumato, il 44%, Microsoft intende salire al 50% nel 2018 e al 60% all’inizio del decennio prossimo.

 

(Fonte: Microsoft)

 

Se si vogliono ridurre le distanze da Apple, la strada da percorrere è ancora lunga: lo scorso anno la società di Cupertino poteva già vantare una percentuale di energia pulita pari al 93%, sul totale dei consumi generati nel mondo (e con picchi del 100% in alcuni Paesi). Amazon è appena dietro a Microsoft, avendo raggiunto quest’anno una “quota verde” del 40% e puntando a salire di dieci punti percentuali entro la fine del 2017. Sul totale delle proprie attività, Google ha finora raggiunto solo il 35% di consumi da fonti pulite, ma in compenso ha investito un miliardo e mezzo di dollari per finanziare la costruzione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici, corrispondenti a una produzione stimata di oltre 2,5 gigawatt (un ammontare che è pari al consumo elettrico di circa 500mila abitazioni). Con buona pace di chi nega l’esistenza del riscaldamento globale, i grandi operatori del cloud e della tecnologia stanno tutti puntando sull’energia green.

 

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