29/06/2017 di Redazione

In attesa dei festeggiamenti, buon 10° compleanno iPhone

Il 29 giugno 2007 il rivoluzionario cellulare partorito dalla mente di Steve Jobs arrivava nei negozi, dopo la presentazione ufficiale di gennaio dello stesso anno. Sottovalutato dai concorrenti, il dispositivo della Mela ha cambiato il concetto di telefo

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Quanto dura una rivoluzione? Molto poco, nel mondo tecnologico, ambiente in cui dopo pochi mesi anche il dispositivo più recente diventa obsoleto. Ma non sempre. È il caso dell’iPhone, arrivato ufficialmente nei negozi il 29 giugno 2007. Dieci anni in cui il melafonino, il device più venduto di sempre della Mela (1,2 miliardi di pezzi) ha sì cambiato aspetto e funzionalità, ma nell’immaginario collettivo è rimasto uno dei prodotti tecnologici più iconici e famosi di sempre. Un dispositivo in grado di cambiare, proprio come voleva Steve Jobs, il concetto di telefono e di sbaragliare la concorrenza di allora. Concorrenza che era composta da colossi come Nokia e Blackberry, le quali all’inizio avevano guardato con disprezzo a un cellulare (il concetto di smartphone moderno inizia a circolare proprio con il primo iPhone) che non aveva tasti fisici, non poteva inviare né ricevere Mms, non supportava Flash e la cui batteria non era sostituibile.

Inoltre, e oggi sembra incredibile, non era possibile installare applicazioni diverse da quelle già presenti, pena il rischio di rendere il prodotto inservibile. Eppure Jobs dimostrò di avere ragione: la gente lo seguì e, dopo il lancio nel 1984 del primo Macintosh e nel 2001 dell’iPod (fondamentale per la rinascita dell’azienda), il visionario fondatore di Apple riuscì a portarsi a casa un’altra vittoria unendo la possibilità di navigare sul Web e di ascoltare musica su un cellulare, dotato del primo display capacitivo multitouch della storia. A discapito proprio di Nokia e Blackberry, che iniziarono un tracollo verticale.

Oggi l’iPhone, che si appresta ad arrivare sul mercato in autunno con il modello 8, vale due terzi del fatturato di Cupertino ed è al centro di un ecosistema software che ha come caposaldo l’App Store. Una piattaforma che ospita milioni di applicazioni, ha generato centinaia di migliaia di posti di lavoro soltanto in Europa e che, dal 2008 (anno di lancio dello store), ha fatto guadagnare agli sviluppatori circa 70 miliardi di dollari.

 

Credits: Stampaprint

 

Certo, dopo nove anni di cavalcata ininterrotta anche l’iPhone nel 2016 ha tirato per la prima volta il freno a mano, ma i numeri sono ancora milionari. Per la prossima versione del melafonino è lecito attendersi uno schermo edge-to-edge, un sensore per le impronte digitali collocato sotto al display, capacità di storage maggiori e molto altro. Novità assolute?

No. I competitor di oggi hanno imparato la lezione (oltre a Samsung va citata la galassia di produttori cinesi, da Huawei a Oppo) e forse sotto diversi punti di vista sono anche più avanti di Apple. Ma ogni tanto i nomi che continuano a contare di più sono quelli che le rivoluzioni, soprattutto se così lunghe, le hanno innescate.

 

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