21/11/2019 di Redazione

Inclusiva e sostenibile: la miglior smart city al mondo è Stoccolma

Durante lo Smart City Expo World Congress il premio per miglior città “intelligente” è andato alla capitale svedese. Nessun premio all’Italia.

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La smart city delle smart city, la migliore sotto diversi punti di vista, è Stoccolma. Questo ha deciso la giuria degli awards assegnati a Smart City Expo World Congress, fiera annuale dedicata alle tecnologie, alle soluzioni e alle iniziative che rendono le città più connesse, fruibili, ecologiche, inclusive. Sono questi, in effetti, alcuni dei meriti della capitale svedese: Stoccolma è per i giurati un luogo “smart e connesso”, “economicamente, ecologicamente e socialmente sostenibile”, che offre ai cittadini “un’elevata qualità di vita” e alle aziende “il miglior ambiente per il business”. Merito di un’amministrazione che ha sviluppato una strategia improntata all’apertura, all’innovazione e alla connettività.

 

La vittoria di Stoccolma non stupisce più di tanto, considerando la sua onnipresenza nei piani alti di molte classifiche sulla qualità di vita in giro per il mondo. La scelta della giuria (composta da rappresentanti della Banca Mondiale, delle Nazioni Unite, dell’Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico, del Comune di Barcellona e della fiera ospitante) è stata influenzata dal crescente dibattito sul cambiamento climatico e sull’urgenza di più efficaci politiche di sostenibilità ambientale. In questo senso Stoccolma è impegnata da anni a sviluppare “soluzioni smart e integrate in diverse aree, come i distretti a basso consumo energetico, le infrastrutture integrate e la mobilità urbana sostenibile”.

 

Ciò che dispiace è l’assenza, tra i diversi riconoscimenti assegnati, di città o progetti italiani. Fra le europee, Bristol si è meritata un award in virtù del proprio livello di connessione digitale, mentre Bonn si distingue per l’adozione di tecnologie Internet of Things in ambito logistico e gestione dei magazzini, e Barcellona ha ottenuto un “Digital Transformation Award” grazie a un progetto (rispettoso della privacy) di raccolta e analisi di Big Data per il miglioramento dei trasporti cittadini. 

 

 

A Bègles, in Francia, si è aggiudicato un premio il progetto di Qucit, in cui le persone che si muovono in città diventano “sensori umani”: i loro spostamenti, analizzati con il machine learning, aiutano a ottimizzare i servizi di trasporto smart, bike sharing, parcheggi e altro ancora. In Norvegia, invece, è stata premiata la collaborazione fra 70 centri urbani nella realizzazione di un chatbot che opera al servizio del 30% della cittadinanza. Sono novanta, invece, le città ucraine partecipanti a “Social Boost”, una Ong tecnologica che promuove gli Open Data e lo sviluppo del territorio.


L’elenco degli altri premiati spazia dal Brasile alla Corea del Sud, dagli Emirati Arabi alla Cina, dalla Bolivia a Israele, passando per Uruguay, Filippine, Iran e India. C’è una menzione anche per una città statunitense, Madison, o meglio per la società Hexagon, che qui ha sviluppato il progetto vincitore per la categoria “Urban Environment”: si tratta di una piattaforma che analizza dati satellitari e provenienti dalle operations per fare manutenzione predittiva. La limitata presenza degli Stati Uniti in fondo non stupisce troppo, considerando la politica ambientale di Donald Trump, la ripresa dei disboscamenti, gli investimenti sulle centrali a carbone e il negazionismo sul cambiamento climatico. Per quanto riguarda l’Italia, la speranza è quella di fare più bella figura nell’edizione 2020 di Smart City Expo World Congress.

 

 

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