25/09/2010 di Redazione

Infinera è pronta per le reti a 500 Gb al secondo

Infinera sta crescendo anche sul mercato europeo grazie agli apparati basati sui Pic, i ciruiti integrati fotonici, da 100 Gigabit al secondo. Ed è già pronta la seconda generazione, che arriva a mezzo Terabit. Grazie a laser grandi come cristalli di sale

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Anche l'optoelettronica ha la sua Intel. Si chiama Infinera. La multinazionale statunitense, che sul proprio mercato nazionale è leader con il 36% di quote di mercato, sta cercando di sfondare anche in Europa, dove al momento occupa la terza posizione con il 20% di share.
Punto di forza di Infinera sono i Pic (circuiti integrati fotonici), chip più piccoli di un'unghia che integrano, su una base di fosfuro di indio (non il "povero" silicio), componenti elettronici e ottici.

Infinera è riuscita a integrare in questi piccoli quadrettini ben 10 laser, ottenendo così un notevole vantaggio competitivo rispetto agli altri (pochi) fornitori di sistemi per reti a larghissima banda, un vantaggio che le ha permesso, negli ultimi mesi, di crescere a ritmi del 60% contro il 6% del mercato.

Il chip optoelettronico da 100 Gigabit al secondo di Infinera. Contiene, tra l'altro, dieci laser.



Così, proprio in questi giorni, Infinera sta sperimentando in Europa, in partnership con Colt, la prima rete da 100 Gigabit al secondo del vecchio continente, una capacità in grado di supportare, tanto per rendere l'idea, la trasmissione di 1.500 canali Hdtv contemporaneamente.

Ma non è finita qui, perché anche l'optoelettronica ha la sua legge di Moore (ma quest'ultimo non c'entra nulla, precisiamo). Dice che ogni tre anni la larghezza di banda raddoppia.

Così, nel 2012 arriveranno i Pic da 500 Gigabit al secondo, i cui prototipi sono stati mostrati in questi giorni in Italia dal top management di Infinera in occasione della fiera Ecoc di Torino, una maniferstazione dedicata alle telecomunicazioni in fibra ottica. IctBusiness ha incontrato uno dei cofondatori, Dave Welch, per capire meglio come funzionano questi "mostri" di miniaturizzazione e velocità.

Infinera ha circa 65 clienti in tutto il mondo, clienti che hanno adottato i sistemi  Dtn e Atn (rispettivamente per le grandi dorsali e per le reti metropolitane) della multinazionale. In Europa sono una ventina, tra cui Telia Sonera, Deutsche Telecom e Telefonica. In Italia al momento la società ha accordi con Tiscali, ma le trattative con gli altri operatori ci sono e sono "fitte", anche grazie ai nuovi sistemi da 100 Gigabit al secondo, che permetterebbero di ovviare in parte alla richiesta sempre più pressante di banda da parte degli utenti. Certo, stiamo parlando di fibra ottica, e il nostro Paese non è esattamente all'avanguardia nelle infrastrutture.

Un apparato Atn di Infinera, studiato per le reti metropolitane.



Ma torniamo a Infinera. Il cuore dei sistemi è il Pic, un chip che nessun altro al momento è riuscito a eguagliare in termini di prestazioni. Integrato con tutti gli altri componenti elettronici necessari e con i connettori per la fibra, arriva ad avere la grandezza di un normale microprocessore da Pc. Così, Infinera ha potuto realizzare (sì, perché il modello di business dell'azienda prevede una forte integrazione verticale) apparati "snelli", poco assetati di energia e facili da installare. Le prestazioni in termini di velocità, abbiamo detto, sono al top.

Ogni Pic contiene 60 componenti, di cui 10 laser. La prossima generazione ne avrà 10 volte tanti.


Anche le distanze coperte da questi sistemi, che si basano sulla tecnologia Dense Wawelenght Division Multiplexing per far passare più lunghezze d'onda in una singola fibra ottica, sono notevoli.
La dorsale già collaudata in questi giorni con Colt va da Londra a Francoforte: 100 Gigabit al secondo per 861 chilometri. "Ma negli Stati Uniti", dice il fondatore Dave Welch, "abbiamo dorsali da 2.500 chilometri, una distanza che sotto gli oceani può arrivare fino a 6.000 chilometri, in pratica il tratto tra Europa e Usa".

E' serafico Dave Welch, sicuro del vantaggio competitivo accumulato ma ancor più tranquillo grazie alla roadmap che vede Infinera arrivare sul mercato nel 2012 con i Pic da 500 Gigabit al secondo, chip in grado di integrare oltre 600 componenti tra cui decine di laser.

Dave Welch, fondatore di Infinera.



"Siamo leader nel nostro mercato", dice Welch, "ma le analogie con Intel finiscono qui. Il ciclo di vita dei prodotti per reti ottiche è più lungo rispetto a quello dei Pc. Ciò nonostante, il nostro sviluppo procede spedito: stiamo iniziando a installare gli apparati da 100 Gigabit e abbiamo già testato con successo i Pic da 500. E nei laboratori sperimentiamo l'incredibile velocità di 1,6 Terabit al secondo".

"I sistemi sono progettati in modo modulare", prosegue Welch, "così gli operatori che vorranno passare alla nuova tecnologia da 500 Gb dovranno cambiare solo il 10% dei componenti, praticamente solo la scheda che contiene il Pic."

Così, Infinera prosegue solitaria la sua corsa nei chip fotonici. Il test a 500 Gigabit è stato condotto tra Denver e Dallas e ha avuto successo. Sulla carta, quindi, gli operatori hanno almeno una soluzione per affrontare la crescita del 60% annuo di fabbisogno di larghezza di banda che noi assetati utenti di multimedia e social network generiamo inesorabilmente.

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