15/01/2016 di Redazione

Intel in cerca di nuove strade, cresce ma non nei Pc

I dati dell’ultimo trimestre completano il quadro del 2015, un anno in cui il fatturato complessivo è calato dell’1%, a 55,4 miliardi di dollari, e su cui pesa l’andamento del mercato dei personal computer. Ma crescono bene i prodotti per data center e pe

immagine.jpg

Intel regge il colpo della crisi del mercato dei Pc, archiviando un anno non facile ma cavalcato con una certa destrezza. Nel 2015 giro d’affari complessivo dell’azienda di Santa Clara è arrivato a 55,4 miliardi di dollari, calando dell’1% rispetto all’anno precedente, ma a dispetto delle apparenze il dato è abbastanza positivo. Lo si capisce considerando i numeri appena diffusi da Gartner e da Idc, che per il 2015 stimano rispettivamente un crollo dell’8,3% e del 10.6% nelle unità vendute, e considerando come oggi tre quinti del giro di affari di Intel derivino ancora dai processori per computer. L’aumento del prezzo medio ha compensato in parte il calo, che è stato in ogni caso dell’8% (su base annuale) per la divisione Client Computing Group, con un giro d’affari di 32,2 miliardi di dollari.

Quello di Intel è però un business in trasformazione, che sta puntando su tutto ciò che non è destinato ai Pc: processori per data center (la famiglia Xeon), prodotti per l’Internet of Things e gli oggetti connessi, memorie e tecnologie innovative come la videocamera RealSense. Nel 2015 il Data Center Group ha visto crescere il fatturato dell’11% rispetto al 2014, fino a 16 miliardi di dollari, mentre l’Internet of Things Group si è migliorato del 7%, con un risultato di 2,3 miliardi. La (piccola) divisione Non-Volatile Memory Solution Group è cresciuta del 21%. Nota dolente, invece, per il segmento di software e servizi, in calo del 2% fino a 2,2 miliardi di dollari.

 

 

Tendenze che, con qualche oscillazione, si ritrovano anche focalizzando lo sguardo sui soli dati dell’ultimo trimestre. Nel quarter, Intel ha raccolto 14,9 miliardi di dollari di fatturato, traendone un utile operativo di 4,3 miliardi, un utile netto di 3,6 miliardi e un utile per azione di 74 centesimi. Nell’intero anno, su un giro d’affari di 55,4 miliardi di dollari, l’utile operativo ha raggiunto i 14 miliardi, l’utile netto 11,4 miliardi e l’Eps 2,33 dollari. L’azienda ha pagato dividenti per 4,6 miliardi e utilizzato 3 miliardi per riacquistare 96 milioni di azioni.

“I nostri risultati per il 2015”, ha commentato il Ceo, Brian Krzanich, “dimostrano che Intel si sta evolvendo e che la nostra strategia funziona. Quest’anno continueremo a promuovere la crescita con prodotti che animano le infrastrutture di un mondo sempre più smart e connesso”. Sembrerebbe un riferimento al cloud, e dunque ai data center, ma anche a oggetti simili a quelli mostrati da Intel all’ultimo Ces di Las Vegas: dispositivi indossabili, robot, droni. Strade alternative, insomma, a quella attualmente infruttuosa dei Pc.

Non vanno poi dimenticati i chip riprogrammabili e la tecnologia portata in dote da Altera: la spesa-record di 16,7 miliardi di dollari peserà sui bilanci dei prossimi mesi, essendo contabilizzata nell’anno fiscale 2016 (qui di seguito la tabella riassuntiva dell’outlook), ma permetterà a Intel di ampliare l’offerta e, nel medio periodo, di creare nuove tipologie di chip.

 

 

ARTICOLI CORRELATI