16/07/2015 di Redazione

Intel sopra le attese, ma la Legge di Moore rallenta

Il fatturato del secondo semestre, 13,2 miliardi di dollari, è in calo rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, ma gli utili per azione rimangono stabili e in generale i numeri superano le previsioni degli analisti. Bene i prodotti per data center

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La Legge di Moore rallenta, e così i conti di Intel. Nel secondo trimestre di quest’anno, in base al resoconto appena comunicato agli investitori, la società ha raggiunto un fatturato di 13,2 miliardi di dollari e un utile netto di  2,7 miliardi, valori rispettivamente in calo del 5% e del 3% se confrontati con il secondo quarter del 2014. Questi numeri, però, oltre a rappresentare una crescita rispetto al primo trimestre sono anche un risultato migliore delle stime degli analisti. Al loro interno sono racchiusi andamenti diversi: la divisione dei processori per Pc è quella più in sofferenza, con 7,5 miliardi di revenue e un calo del 25% dallo scorso anno, mentre i prodotti per data center (3,9 miliardi di dollari nel trimestre) sono cresciuti del 10% e quelli per l’Internet of Things (559 milioni di dollari) del 4%. Andamento fiacco per i software e servizi, con 534 milioni di dollari di valore e un calo del 3%. L’utile per azione è rimasto quello del secondo quarter del 2014, ovvero 55 centesimi per share.

“I risultati del secondo trimestre”, ha dichiarato il Ceo, Brian Krzanich, “dimostrano la trasformazione del nostro business, dato che la crescita nei data center, nelle memorie e nell’IoT ha generato oltre il 70% del nostro profitto operativo e ci ha aiutato a bilanciare un mercato Pc difficile. Continuiamo a confidare nella nostra strategia di crescita e siamo focalizzati su innovazione e realizzazione”.

Nella medesima nota ufficiale di commento ai risultati finanziari, Krzanich ha anche confermato che i nuovi processori Skylake di sesta generazione arriveranno sul mercato nella seconda metà di quest’anno, insieme a nuovi modelli di Pc in abbinamento a Windows 10. Ci sarà invece qualche ritardo per la generazione successiva di chip, quella basata su processo produttivo a 10 nanometri e conosciuta come Cannonlake: dutante la conference call di commento alla trimestrale con con analisti, il Ceo ha ammesso la possibilità di un ritardo. Questi modelli potrebbero arrivare non nel 2016, come precedente annunciato, ma l’anno successivo.

 

Brian Krzanich, Ceo di Intel



“Le ultime due transizioni tecnologiche”, ha detto Krzanich riferendosi alla quinta e sesta generazione di chip per computer, “hanno stabilito che la nostra cadenza attuale è più vicina ai due anni e mezzo piuttosto che ai due anni”. I ventiquattro mesi canonici della Legge di Moore, quindi, potrebbero non valere più per una tecnologia complessa come quella dei processori, in cui ogni avanzamento di miniaturizzazione, prestaizoni ed efficienza energetica costa tempo e fatica superiori, oggi, rispetto al passato. Non va però dimenticato che proprio in queste settimane Ibm ha annunciato un successo di laboratorio su prodotti a 7 nanometri: al momento si tratta di protitpi di test, ma sufficienti a mettere un po’ di fiato sul collo di Intel.
 

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