14/01/2008 di Redazione

Intel ultra-mobile PC: una scommessa più seria

Paul Otellini, CEO di Intel, ha confermato un maggiore impegno nel settore UMPC; fra 3/5 anni potrebbero realmente sostituire mini-notebook e smartphone.

Introduzione

Ultra-mobile PC (UMPC) è un termine che non ha ancora fatto breccia nei cuori dei consumatori. Identifica una categoria di computer portatili di ridotte dimensioni, nella maggior parte dei casi a metà strada tra gli ingombri di uno smartphone e quelli di un mini-notebook. Insomma, si tratta di un'ulteriore declinazione pc in cerca di utente… Quando nel 2006 Microsoft, Intel e Samsung hanno dato vita al progetto Origami, forse, non avevano ancora le idee chiare.

Oggi, malgrado una serie di flop, per qualche "strano" motivo Intel sembra di nuovo intenzionata a rigiocare la carta UMPC. All'inizio della settimana Paul Otellini, CEO del colosso di Santa Clara, ha tenuto una conferenza stampa al CES di Las Vegas sul futuro del computing. Uno degli temi clou ha riguardato proprio le prospettive di successo delle soluzioni UMPC, e nello specifico i cosiddetti MID (Mobile Internet Device). 

Otellini è convinto che il mondo stia "diventando ultramobile" grazie all'avvento di prodotti sempre più piccoli, potenti e "connettibili". Insomma, capaci di offrire "un'esperienza di navigazione sul Web senza compromessi, con un consumo energetico estremamente ridotto e in formati sufficientemente piccoli da poter essere portati in tasca o in borsa".

"I MID rappresenteranno la prossima grande novità nel computing", ha confermato Otellini, mostrando alla stampa una serie di demo di potenziali utilizzi. Ma qualcosa è cambiato rispetto al passato, perché l'idea di fondo – adesso – è di commercializzare soluzioni all-in-one capaci di offrire di più rispetto ai cellulari. La sfida, insomma, viene lanciata direttamente agli smartphone di nuova generazione. A Intel interessano i settori consumer e prosumer; non è più tempo di clienti di nicchia.

Intel e Qualcomm hanno la stessa vision

Intel ha confermato che per stimolare il settore, nei prossimi mesi, avvierà la distribuzione della nuova piattaforma Menlow, caratterizzata da bassi consumi energetici e dimensioni inferiori alle normali soluzioni per pc. In modo che sia agevolato il lavoro delle aziende terze specializzate nella produzione di UMPC. I prototipi vantano l'utilizzo dei processori Hi-k low power 45nm "Silverthorne" e i nuovi chipset "Poulsbo".

Di fatto si tratta dello stesso impegno che sta mettendo il produttore di wireless chip Qualcomm. Sanjay Jha, CEO del'azienda, ha confermato infatti di stare aspettando che i produttori proseguano con l'implementazione dei progetti per commercializzare entro la fine dell'anno ciò che lui chiama "pocketable computer". Più piccoli di un portatile medio e più grandi, nonché dotati, della maggior parte dei cellulari.

La questione di fondo è però un'altra: i prezzi di listino. Con dispostivi posizionati al di sopra dei mille dollari (679 euro) molti utenti nel tempo hanno preferito tenersi il proprio portatile o smartphone – notevolmente migliorati anche nel browsing online.

"Come fai a spiegare alla gente che ci sono vantaggi e che si tratta di qualcosa di diverso dall'esperienza con i notebook?", sostiene Richard Shim, analista della società di ricerca IDC. "Questo è il problema. Nessuno è ancora stato sufficientemente bravo in questo… Non così tanto convincente come vi sarebbe bisogno se si vuole competere con i cellulari o i pc".

La ricetta di Otellini

Paul Otellini, CEO di Intel, è convinto che a breve le distinzioni fra mini-notebook, smartphone e UMPC cesseranno, soprattutto quando sarà avviata la commercializzazione di nuovi piccoli dispositivi per navigare online, dotati di funzioni di telefonia mobile. Ecco, gli UMPC che ha in mente Intel sono proprio di questo genere. E di fatto l'iPhone rappresenta un valido esempio. "Si tratta di progettare una soluzione finale per una tecnologia nuova. Ed è certamente un rischio da correre", ha sottolineato Otellini.

Ad essere sinceri, anche con un cellulare nella propria tasca un altro gadget può essere comunque interessante se in grado di fornire qualcosa di speciale. Ad esempio, moltissimi cellulari sono in grado di riprodurre musica, ma la maggior parte delle persone continuano a preferire i lettori MP3 per le loro qualità.

Raggiungere l'obiettivo che si prefigge Otellini, comunque, richiederà ancora qualche anno, ma è questa la strada. Non si tratta di guadagnare qualche quota di mercato ma di convincere la dimensione consumer a compiere quello che adesso non può che essere definito un "grande salto".

Inoltre, fino a quando sono saranno completamente implementati i network WiMax è evidente che si patirà ancora qualche battuta di arresto. E questo anche se vi sono già strategie alternative come quelle che giocano tutto sui network mobili – come ad esempio proprio l'iPhone.

Ovviamente sia in un caso che nell'altro il nodo delle tariffe sarà poi la discriminante più importante. Insomma, i carrier wireless e mobili continuano ad avere il completo controllo sulle sorti della connettività in movimento e dell'intero settore UMPC.

Otellini, alla fine, è convinto che per assistere ad una svolta nei prossimi 3/5 anni vi siano quattro ostacoli da superare. I microprocessori dovranno essere ancora più potenti e consumare meno energia per consentire dispositivi multifunzionali più piccoli. L'infrastruttura wireless a banda larga dovrà essere implementata per ampliare le aree di connettività. Internet dovrà diventare più intelligente e pro-attiva per ottimizzare la ricerca di informazioni. Infine, sarà necessario sviluppare interfacce utente più naturali per consentire l'utilizzo di Internet tramite comandi vocali e movimenti del corpo.

"Lo sviluppo di questi prodotti, servizi e modelli di business di nuova generazione offre notevoli opportunità, ma è necessario prima superare tutti gli ostacoli che ho elencato”, ha spiegato Otellini.

Si rischia per diversificare le attività

Non è la prima volta che Intel cerca di diversificare così pesantemente. Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di escamotage per far fronte agli andamenti ciclici del settore dei chip. Nel passato non sono mancate incursioni nel mondo dei chip per music player, TV e cellulari… persino microscopi giocattolo.

Gli analisti, però, sono più preoccupati del solito perché gli ordini dell'industria stanno rallentando. La scorsa settimana Intel ha praticamente perso in Borsa il 15%, bruciando nel nulla circa 24 miliardi di dollari (16 miliardi di euro).

Ecco che anche un progetto come quello degli UMPC – apparentemente fumoso – sembra così guadagnare consistenza. Lo stesso vale anche per l'intrattenimento domestico. Otellini ha parlato infatti di una nuova linea di processori combo, basati su un normale core e un elemento per l'elaborazione di flussi video1080p, grafica tridimensionale e suono surround multi-canale. Una soluzione audio-video da sfruttare nei set-top-box e nelle televisioni a schermo piatto. Il primo dispositivo specifico si chiamerà Canmore e dovrebbe semplificare le operazioni di gestione dei contenuti online per le TV ad alta definizione.

Insomma, come sostiene Otellini: "Noi non facciamo piccole scommesse su niente". Come a dire che quando si muovono lo fanno nella modalità più adeguata. "Abbiamo la grande opportunità di ridefinire l'elettronica di consumo e l'intrattenimento, come non avveniva da quando è stata introdotta la televisione", ha aggiunto Otellini. "L’elaborazione e le comunicazioni diventano sempre più convergenti, offrendo nuovi livelli di funzionalità e intelligenza per navigare su Internet. La Personal Internet del futuro risponderà alle esigenze specifiche degli utenti, fornendo le informazioni nei tempi e nei modi richiesti, ovunque ci si trovi".

Già, da quanto tempo si parla di Personal Internet? Che i tempi siano maturi?

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