19/06/2019 di Redazione

Intelligenza artificiale, la “macchina pubblica” francese ci supera

Un report di Oxford Insights e International Development Research Center assegna alla PUbblica Amminsitrazione italiana indice di “preparazione” all’AI inferiore a quello della Francia.

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L’intelligenza artificiale migliorerà la società, come molti sperano, oppure contribuirà ad accentuare le diseguaglianze fra le nazioni? Difficile dare una risposta a una domanda tanto complessa. Ma interessanti indicazioni su un aspetto della questione - il rapporto fra AI, Pubblica Amministrazione e servizi al cittadino - giungono dal massiccio lavoro svolto da Oxford Insights in collaborazione con l'International Development Research Center (Idrc) per lo studio “Government AI Readiness Index”.

 

L’intero pianeta o quasi (194 Paesi) è stato valutato sulla base di indicatori come la presenza di leggi a tutela della privacy, l’esistenza di una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, le competenze digitali diffuse tra la popolazione, il numero di startup impegnate nell’AI, l’avviamento di servizi digitali della Pubblica Amministrazione e altri ancora.

 

Nella classifica mondiale della predisposizione della macchina pubblica all’intelligenza artificiale, l’Italia è quindicesima, dopo Singapore, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Finlandia, Svezia, Canada, Francia, Danimarca, Giappone, Australia, Norvegia, Nuova Zelanda e Paesi Bassi.

 

 

Il posizionamento, pur discreto, appare meno soddisfacente al confronto diretto con le nazioni più vicine e simili alla nostra, dato che in Europa siamo all’ottavo posto e lontani dalla Francia (quinta fra le europee e ottava nella classifica mondiale). Il report riconosce all’Italia un indice di “preparazione” all’AI pari a 7,5, mentre la Pubblica Amministrazione transalpina si merita un punteggio di 8,6.

 

Al governo di Macron il report riconosce diversi meriti, come quello di aver pubblicato nel marzo del 2018 un documento di strategia nazionale sull’AI, o quello di aver investito circa un miliardo e mezzo di euro in attività di ricerca sull’intelligenza artificiale: insomma, la Francia può essere considerata una “startup nation”, espressione solitamente usata per Israele, Stati Uniti e Regno Unito. Sulle due sponde della Manica, tra l’altro, si collabora anche sul piano della ricerca, per esempio con alleanze fra l’Imperial College London e il Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (il principale ente pubblico di ricerca transalpino).

 

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