04/06/2014 di Redazione

Internet of Everything in cerca di un modello comune

Le tante anime del fenomeno dell’IoE, dalle smart city all’M2M, oggi sono alla ricerca di standard, best practise e denominatori comuni. Per comprendere un tema composito e complesso, The Innovation Group organizza il 3 luglio a Roma in collaborazione con

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Di Internet delle Cose si parla tanto, ma forse non abbastanza e in modo ancora troppo impreciso. Quello noto internazionalmente come IoT, Internet of Things, è uno dei trend tecnologici del momento, e ancor più un fenomeno destinato nei prossimi anni – a dirlo sono un po’ tutte le grandi società di ricerca – a cambiare faccia non solo al mondo dell’Ict in senso stretto, ma a numerosi comparti industriali (dall’automotive, alla manifattura, al settore dell’energia). Ma questo fenomeno è solo parte di un meccanismo più grande, l’Internet of Everything, in cui convergono i dati generati dalle connessioni machine-to-machine, Web, dispositivi e persone.

The Innovation Group, società di consulenza e servizi milanese, offre l’occasione di approfondire questi temi partecipando a The Internet of Everything Summit, un evento organizzato a Roma in collaborazione con Cisco Italia. Ne abbiamo parlato con Elena Vaciago, Research Manager di The Innovation Group.


Da che cosa nasce la necessità di dedicare un evento all'Internet of Everyhting?

Del tema dell’Internet of Everything (ossia di come persone, cose, processi e dati convergano, combinando connessioni machine-to-machine, people-to-machine e people-to-people) si è molto parlato, ma facendo sempre riferimento a singoli ambiti: le smart city, l’M2M per il metering e l’automazione, l’infomobilità e la logistica avanzata tramite utilizzo di tag Rfid. Oggi tutte queste applicazioni sono alla ricerca di un denominatore comune, di modelli comuni, standard a cui uniformarsi, best practice da seguire. Il rischio è, infatti, che le tante iniziative che nascono ogni giorno in questi ambiti lo facciano in modo isolato, senza condivisione di visione ed esperienze, riproducendo scenari proprietari tra loro non correlati come già avvenuto in passato. L’evento The Internet of Everything Summit del prossimo 3 luglio, organizzato da The Innovation Group in collaborazione con Cisco Italia, punta invece a far condividere esperienze e a far convergere gli sforzi di più attori in catene del valore estese e aperte.

Come sta impattando sulle aziende e sulle pubbliche amministrazioni il fenomeno dell'Internet of Everything?

Gli attori dell’IoE, cioè le aziende, i provider, le amministrazioni pubbliche, sono oggi molto più consapevoli della necessità di pensare a interi sistemi invece che a singole applicazioni. In ambito smart city, per esempio, già da alcuni anni viene sottolineata l’importanza di una governance unitaria sulle varie attività che nel loro insieme compongono la città intelligente. Inoltre, è richiesta una forte partecipazione dal basso, in quanto molte delle attività sono possibili solo grazie al coinvolgimento delle persone.

Questo è il cambiamento di paradigma più forte: mettere al centro dell’IoE le persone, cercare di attivare sinergie e partecipazione, lasciare che tutto quello che ne segue nasca spontaneamente. Un esempio è quanto sta avvenendo nella smart city di Amsterdam, dove il consorzio Onze Energie promuove una forma collaborativa di approvvigionamento energetico per i residenti della zona nord. Aderendo al programma con una quota di 50 euro si può acquistare energia verde prodotta dalle pale eoliche installate nel quartiere stesso, con risparmi economici e coinvolgimento diretto delle persone nelle scelte decisionali del consorzio.


Come cambiano le strategie di sicurezza nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni? E come cambia, invece, la gestione di volumi di dati crescenti prodotti dalle interazioni M2M?


Il tema della sicurezza è chiaramente molto critico e andrebbe affrontato fin dal disegno iniziale delle nuove soluzioni, perché l’utilizzo di standard aperti comporta naturalmente una serie di rischi di accesso a informazioni, anche molto riservate, da parte di terzi. L’ideale sarebbe adottare sempre un approccio di security-by-design, ma questo può comportare costi maggiori e rallentamenti nei progetti e, di conseguenza, non sempre viene adottato. Vengono così potenzialmente esposti gli utenti finali ai rischi che oggi ben conosciamo, essendosi diffusi enormemente sulle attuali infrastrutture di comunicazione. Anche per quanto riguarda la sicurezza, lo sforzo deve essere con l’IoE quello di mettere al centro e rendere consapevoli gli utenti dei rischi e dei comportamenti corretti da seguire per prevenirli, un aspetto che nella prima generazione di Internet non è stato sottolineato abbastanza.

Per quanto riguarda invece la gestione dei Big Data originati dai connect object in architetture IoE, sono già oggi disponibili strumenti innovativi, come in-memory processing e visualizzazione avanzata dei Big Data. Dal punto di vista delle analisi sui Big Data dell’IoE, ci sarà una fioritura di nuovi sviluppi legati alle singole applicazioni. In questo ambito sarà fondamentale disporre del capitale umano e di competenze avanzate per essere in grado di estrarre nuova conoscenza e actionable insight dall’analisi di una grande mole di dati.


Quali sono gli aspetti più critici e quali, invece, i vantaggi legati ai device connessi, alle reti m2m e all'internet of Everything? Le aziende sono pronte ad affrontare questo cambiamento?

Con riferimento ai vantaggi dell’IoE, sinteticamente si può affermare che la connessione tra persone, processi, dati e oggetti intelligenti, permette di ottenere sia benefici economici (risparmi, incrementi di produttività), sia sociali (riduzione dell’inquinamento, della criminalità, degli incidenti), sia umani (miglioramento delle condizioni fisiche, della salute).

Dal punto di vista degli aspetti critici, oltre a quelli evidenziati sopra – ossia, importanza della governance, rischi di sicurezza, necessità di dotarsi di nuove competenze in ambiti specialistici come quelli dei Big Data – vanno considerati anche contesti socio-culturali poco favorevoli a queste evoluzioni, la difficoltà di fare sistema e promuovere l’innovazione. Singole aziende possono fare di più nel campo dell’IoE creando un contesto generale che favorisca queste evoluzioni.


Elena Vaciago, Research Manager di The Innovation Group


The Internet of Everything Summit 2014 si terrà il 3 luglio nel Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi, nel cuore della Capitale. Dalle 9 del mattino in poi, sul palco si alterneranno speaker di rilievo nazionale ed internazionale, tra cui Alberto Sangiovanni Vincentelli (University of California at Berkeley), Michael Mandel (chief economic strategist di Ppi, Progressive Policy Institute, di Washington DC), David Bevilacqua (vice president, South Europe di Cisco), Franco Bassanini (presidente di Astrid e presidente della Cassa Depositi e Prestiti), Elio Catania (presidente di Confindustria Digitale), Carlo Ratti (progettista del Future Food District per Expo 2015), Michele Vianello (smart communities strategist) e Nicola Villa (managing director and global lead, Big Data & Analytics di Cisco).

L’evento è rivolto alle società produttrici di software, ai system integrator, ai fornitori di servizi, alle aziende dei settori manifatturieri, finanziario, dell’energia, delle telecomunicazioni, della logistica e trasporti, del design, nonché alla Pubblica Amministrazione. Sul sito di The Innovation Group sono elencati i dettagli per registrarsi e l’agenda completa della giornata. La partecipazione è gratuita.

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