06/07/2017 di Redazione

IoT, blockchain e intelligenza artificiale: la vetrina di Reply

La società torinese mi mette in mostra durante l’evento milanese Xchange, con soluzioni già in produzione e prototipi che aiutano le aziende clienti a cavalcare l’onda del digitale in tutte le sue forme. L’intervento di Daniela Rus, direttrice del laborat

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Dal blockchain per il comparto assicurativo ai chatbot che permettono di dialogare direttamente con le linee di produzione, passando per configuratori di prodotto e sistemi di manutenzione predittiva. Il digitale è la parola d’ordine per Reply che, durante il proprio appuntamento annuale Xchange, ha messo in vetrina le punte di diamante della propria offerta. I progetti che bollono in pentola all’interno della società torinese sono diversi: alcuni sono già stati proposti negli anni passati e sono quindi ormai rodati, mentre altri si trovano ancora in una fase embrionale. Fra i più interessanti spiccano gli smart contract su tecnologia blockchain. Definito da Reply come un acceleratore di business, l’uso dei registri distribuiti per la certificazione di informazioni rappresenta un elemento interessante per diversi settori: bancario, assicurativo, sanitario, energetico e così via.

La proposizione di Reply si compone di diversi acceleratori, da Ballotchain per consentire lo svolgimento di una votazione online con le stesse garanzie di una pubblica elezione, a Insurechain, che permette di automatizzare i calcoli dei premi, la gestione degli accertamenti e la liquidazione per alcune tipologie di sinistri basandosi sulla catena a blocchi Ethereum.

In ambito Industry 4.0, invece, spazio a Brick Reply, che unisce la potenza del cloud (di Microsoft Azure, in questo caso) a quella dei chatbot. In caso di problemi agli impianti di produzione il responsabile di linea può inviare messaggi scritti e vocali al conversatore automatico, che interagisce con le macchine per completare l’operazione richiesta. Monitorando nel frattempo i tempi di risposta dei sistemi per intervenire in tempi più rapidi.

La manutenzione predittiva è in prima linea anche nel progetto portato avanti da Reply con Grohe. L’azienda di sanitari ha scelto la società italiana per un’iniziativa Internet of Things che ha avuto come risultato finale la creazione di una piattaforma IoT su cloud Amazon Web Services per gestire un sistema completo di sicurezza contro le perdite d'acqua domestiche.

 

 

L’Internet delle cose trova posto ovviamente anche nel retail e nella grande distribuzione, prendendo forma negli scaffali intelligenti mostrati durante Xchange. Le slitte che compongono i ripiani sono collegate a una serie di sensori, in modo da inviare alert quasi in tempo reale a dipendenti e gestori: quando il prodotto termina diventa più facile rifornire lo scaffale, riducendo così il rischio di introiti mancati.

L’IoT sembra essere uno dei settori su cui Reply sta puntando di più. Non a caso pochi giorni fa ha annunciato, tramite il proprio braccio finanziario Breed, di aver investito nella 18esima startup che si occupa di Internet of Things (We Predict). L’unione sempre più profonda fra uomo e macchine è stata al centro dell’intervento di Daniela Rus, prima donna a dirigere il laboratorio di scienze informatiche e intelligenza artificiale (Csail) del prestigioso Mit.

Durante la sessione plenaria dell’evento di Reply, Rus ha sottolineato fra le altre cose come la collaborazione fra cervello biologico e artificiale possa ridurre allo 0,5 per cento il tasso di errore nella diagnosi oncologica: prese separatamente, l’intelligenza umana e quella delle macchine arrivano a percentuali di fallimento molto maggiori.

 

Lo scaffale intelligente

 

La ricercatrice ha ripercorso velocemente la storia dell’Ai: di sistemi di apprendimento automatico si parlava già decine di anni fa. Nel 1970, ad esempio, per allenare le macchine si ricorreva a una sola fotografia, mentre nel 2010 Imagenet, uno dei principali database visuali al mondo, ne contiene 10 milioni, che equivalgono al numero di immagini viste da un ambino di un anno.

L’intelligenza artificiale (e questo lo sostiene anche Reply) non ammazzerà il lavoro dell’uomo, in particolar modo quello più creativo, ma lo sosterrà nei compiti più gravosi dal punto di vista cognitivo. Dando un impulso all’economia decisamente maggiore di altre ambiti, come le energie rinnovabili o lo sviluppo di nuovi materiali.

 

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