04/11/2015 di Redazione

Iperconvergenza, Lenovo e Nutanix al lavoro fianco a fianco

Le due aziende hanno annunciato la realizzazione di appliance con tecnologia condivisa, per aiutare le organizzazioni a creare data center per cloud privati agili e scalabili. Le soluzioni verranno commercializzate anche tramite i partner di canale del co

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Lenovo e Nutanix hanno deciso di “iperconvergere” nel mercato server, storage e servizi di virtualizzazione, con l’obiettivo di sviluppare una nuova famiglia di appliance che siano, appunto, iperconvergenti. Le piattaforme server enterprise realizzate dall’azienda cinese verranno unite al software di Nutanix, in modo da creare data center per cloud privati agili e scalabili come nel caso di infrastrutture di nuvole pubbliche. Le soluzioni congiunte, che comprendono anche la tecnologia di ultima generazione di Intel, verranno commercializzate a livello mondiale anche tramite i partner di canale di Lenovo, oltre che dal team allargato del settore enterprise, puntando in particolar modo ai mercati in rapida crescita come quello cinese. Inoltre, le due compagnie effettueranno investimenti nell'ingegnerizzazione e nello sviluppo della piattaforma.

Le appliance realizzate da Lenovo e Nutanix verranno sviluppate con lo scopo di gestire con maggiore efficienza e scalabilità quasi tutti i carichi di lavoro, come applicazioni enterprise, database, desktop virtualizzati e analisi dei Big Data. Secondo Idc, il mercato dell’iperconvergenza varrà quattro miliardi di dollari entro il 2019, crescendo di cinque volte rispetto agli ottocento milioni del 2015. “Non ci limitiamo a vecchi modi di pensare o a idee fin troppo consolidate. Possiamo invece costruire il business sull’innovazione e sviluppare liberamente delle partnership con le aziende più innovative in questo spazio, per creare nuove soluzioni”, ha dichiarato Yang Yuanqing, presidente e Ceo del colosso cinese.

Lenovo è entrata di prepotenza nel mercato dei server nel 2014, quando annunciò a sorpresa l’acquisizione di tutta la divisione x86 da Ibm: un’operazione del valore di 2,3 miliardi di dollari. L’accordo ha fin da subito compreso il passaggio di proprietà dei server e switch Ibm System x, BladeCenter e Flex System blade, dei sistemi integrati Flex basati su piattaforma x86, dei server Nextscale e iDataplex con relativi software. Big Blue, al contrario, è rimasta in possesso dei mainframe System z, Power Systems, Storage Systems, dei server Power-based Flex e delle applicazioni PureApplication e PureData.

 

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