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IPv6: ecco tutto quello che c'è da sapere

Perché è necessario il passaggio da IPv4 a IPv6, in cosa consistono questi protocolli e come dovrà essere gestito il passaggio da una tecnologia all'altra. Le dieci cose principali da sapere.

Pubblicato il 09 giugno 2011 Pagine: 1, 2, 3

In questi giorni si fa un gran parlare di protocolli Internet e IPv6, considerato che ieri è stata la giornata mondiale dell'IPv6 (La giornata mondiale dell'IPv6 è stata un successo). In realtà sono in molti a non avere capito a cos'è dovuto tutto questo clamore attorno a un aspetto della Rete a cui non si era mai accennato in passato. 

Tutti i sistemi connessi a Internet hanno usato finora il protocollo IPv4, un sistema di numerazione che ha fornito nel corso degli anni miliardi di indirizzi e che era gestito all'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). I registri Internet regionali tenevano traccia dei blocchi di indirizzi che venivano via via assegnati, e che erano l'unica porta di accesso per la connessione al web. Negli ultimi anni, tuttavia, la forte informatizzazione dei privati, e la diffusione di smartphone e tablet che fanno proprio forza sulla capacità di essere connessi a Internet sempre e ovunque, ha generato la necessità di un numero altissimo di connessioni, e quindi di indirizzi.

Il risultato è che a febbraio di quest'anno l'ICANN si è vista costretta a lanciare l'allarme: era stato assegnato l'ultimo dei blocchi di indirizzi IPv4 disponibili (Gli indirizzi internet sono finiti. Carrier, ora sveglia!). L'IPv4, infatti, sfrutta indirizzi a 32 bit e può supportare fino a 4,3 miliardi di dispositivi collegati direttamente a Internet. A quanto pare siamo vicinissimi a toccare questa soglia e si deve correre ai ripari. La soluzione, a dire il vero, era già stata predisposta: si chiama IPv6 e consiste in un protocollo che si basa su indirizzi a 128 bit e può connettere un numero di dispositivi pressoché infinito.

Questa è la sintesi estrema di quello che ha portato allo svolgimento, ieri, dell'esperimento per tastare il terreno con l'IPv6. Per chi volesse capire di più riguardo a questa faccenda, ecco le dieci cose che bisogna sapere sui protocolli Internet per avere un quadro completo della situazione che la Rete mondiale sta vivendo.

Perché abbiamo bisogno di indirizzi IP?

Le comunicazioni via Internet avvengono secondo una logica molto simile a quella della consegna delle lettere cartacee ad opera delle Poste: ciascuna lettera deve riportare l'indirizzo di provenienza e quello di destinazione, per poter essere consegnata al destinatario o per tornare al mittente nel caso in cui il destinatario sia irreperibile. Le informazioni che transitano sulla rete sono suddivise in pacchetti, e ciascun pacchetto necessita di essere contrassegnato con due indirizzi IP: destinazione e origine. Inoltre, le apparecchiature di rete (pc, server, macchine virtuali eccetera) possono avere più indirizzi IP, alcuni pubblici e altri solo per l'uso su rete locale.

Come vengono usati gli indirizzi IP?

Gli indirizzi IP vengono utilizzati per qualsiasi applicazione Internet; in alcuni casi non sono nemmeno visibili agli utenti, perché usati per le comunicazioni fra Pc. Per esempio, non vi siete mai chiesti cosa accade quando digitate l'indirizzo di un sito nel vostro browser? Il browser chiede al DNS (Domain Name System) resolver di risalire all'indirizzo del server che deve contattare per raggiungere la pagina web. A sua volta, il DNS resolver chiede a un altro server di individuare l'indirizzo IP che è stato assegnato al dominio digitato. Se ne trova uno, invia l'indirizzo al browser, che lo utilizza per contattare il sito e visualizzare la pagina richiesta.


   Avanti

Continua nella lettura:

  • Pagina 1. IPv6: ecco tutto quello che c'è da sapere
  • Pagina 2. Gli indirizzi IPv4
  • Pagina 3. La transizione da IPv4 a IPv6

 

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