04/08/2012 di Redazione

Italia patria dello spam, peggio di noi solo l'India

L'ultima rapporto di Sophos mette l'accento sul problema dei messaggi spazzatura nel Belpaese: siamo il secondo produttore mondiale, avendo inviato l'11,4% dei messaggi spamming a livello globale fra aprile e giugno 2012. E spam sono in media il 45-50% de

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Sophos ha pubblicato la classifica dei Paesi da cui parte il maggior numero dei messaggi spazzatura che ci vengono recapitati quotidianamente nelle caselle di posta elettronica. I rilevamenti, relativi al secondo trimestre del 2012, vedono l'India alla prima posizione della poco lusinghiera dozzina, seguita dall'Italia in seconda vergognosa piazza. Nonostante solo il 5,3% degli utenti di Internet viva in India, questo Paese ha inviato l'11,4% dello spam globale fra aprile e giugno 2012, risultando quindi in cima alla lista dei produttori di spam.

I dieci Paesi che producono più spam a livello globale

Dal nostro Paese è partito fra aprile e giugno il 7% dei messaggi di spam: un primato che ci pone davanti a Paesi notoriamente meno sensibili a questo problema come Cina, Russia e Polonia.

Inoltre, la classifica denota lo scarso impegno del nostro Paese nella lotta al fenomeno della mail spazzatura: basti pensare che gli Stati Uniti, una volta patria di questa pratica discutibile, l'hanno combattuto così efficacemente da essere scesi in quarta posizione, rispetto al primo trimestre quando erano passati dal primo al secondo posto.

L'Asia nel complesso è il continente che ha aumentato maggiormente la produzione di spam ed è ora responsabile del 49,7% dello spam globale rilevato dai laboratori Sophos. Graham Cluley, consulente di Sophos, ha spiegato che "il principale fattore che determina il dominio dell'Asia in questa classifica è l'alto numero di computer compromessi presenti nel continente, che consente agli hacker di impadronirsi facilmente dei sistemi scarsamente protetti e di controllati senza che i proprietari se ne accorgano, sfruttandoli per l’invio di messaggi indesiderati e link malevoli".

La sostanza insomma è che ognuno è responsabile della sicurezza del proprio Pc: se non si adottano difese adeguate, non solo si subiscono questi attacchi, ma si contribuisce anche a diffondere il problema dello spam a livello globale.

Cluley ha inoltre rivelato un dettaglio di cui purtroppo tutti siamo a conoscenza: "i messaggi di spam rappresentano in media il 45-50% delle email aziendali: questo significa che per ogni comunicazione importante si riceve almeno un messaggio indesiderato": una piaga fastidiosa che gli IT manager cercano di combattere quotidianamente con i filtri e tutte le misure conosciute.

Alla fine "tutti paghiamo il prezzo di questo fenomeno: il nostro sistema di posta processa e recapita il messaggio, costringendo gli utenti a perdere tempo per gestire i messaggi di spam della posta in arrivo". Forse sarebbe il caso di imitare la lotta alle botnet intrapresa dalle autorità statunitensi, con impegno e serietà: non sarebbe la soluzione assoluta, ma almeno potremmo perdere qualche posizione in classifica, e per una volta poterne andare fieri.

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