30/11/2015 di Redazione

Jeremy Clarkson “sale a bordo” dei nuovi droni Amazon Prime Air

L’ex star del programma britannico Top Gear è il protagonista di un video pubblicitario del colosso dell’e-commerce, in cui viene mostrata la consegna (reale) di una scatola di scarpe da parte di un inedito modello di velivolo automatico. Il piccolo aereo

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Il Black Friday 2015 di Amazon non è stato così nero. Soltanto sul mercato italiano, il colosso dell’e-commerce ha registrato circa 600mila ordini in una sola giornata, battendo il record del 2014, fermo a 540mila prodotti. I clienti Prime hanno probabilmente già ricevuto quanto ordinato, mentre gli altri si vedranno recapitati gli oggetti nelle prossime ore. Ma il tutto potrebbe essere reso ancora più celere dai droni, una delle “fisse” storiche di Amazon. Il servizio Prime Air è infatti “nell’aria” da tempo, anche se soltanto a livello teorico. Il gigante diretto da Jeff Bezos sta procedendo a passo spedito verso la creazione di flotte di postini volanti, che potranno recapitare pacchi in qualche decina di minuti. I primi prototipi sono ormai noti da tempo, ma nelle ultime ore l’esperimento di Amazon ha subìto un’importante accelerazione.

Un video pubblicitario pubblicato su Youtube mostra un nuovo modello di drone capace di accettare un piccolo pacco (una scatola di scarpe) nella propria fusoliera, di decollare come un elicottero e di spostarsi poi come un vero e proprio aereo grazie a un’elica posteriore. Nel video, che ha come protagonista Jeremy Clarkson, l’ex star indiscussa del programma automobilistico Top Gear prodotto dalla Bbc, si può ammirare grazie a una telecamera on board il drone postino librarsi nell’aria e viaggiare a una velocità di circa novanta chilometri orari.

Il velivolo automatico sarebbe inoltre in grado di effettuare consegne nel raggio di 24 chilometri dal punto di stoccaggio, con un limite massimo di peso del pacco pari a 2,2 chilogrammi. Le dimensioni e il peso degli oggetti da consegnare rimangono quindi al momento uno dei principali punti deboli di tutto il progetto. Un’iniziativa che, comunque, ha senza dubbio enormi potenzialità e che potrebbe, in un futuro forse prossimo, dare un enorme vantaggio competitivo ad Amazon.

 

 

Perché la domanda d’obbligo ora è solo una: quando? In una serie di Faq pubblicate online, al quesito “Quando potrò scegliere Prime Air come opzione di consegna?”, l’azienda di e-commerce risponde: “Prevedremo questa possibilità quando e dove otterremo il necessario supporto regolatorio per rendere reale la nostra vision. Siamo molto fiduciosi su questa tecnologia e un giorno la sfrutteremo per consegnare pacchi ai nostri clienti, in tutto il mondo, in meno di mezz’ora”.

L’ottimismo della compagnia è apprezzabile, ma al momento è ancora imbrigliato ai rigidi paletti imposti dalle autorità preposte al controllo del traffico aereo. La Federal Aviation Administration (Faa) statunitense ha più volte fatto sentire la propria voce sul caso, fissando una serie di limiti alle velocità e alle quote di crociera, oltre che al peso complessivo di droni e pacchi. Ma i problemi principali sono al momento altri: il divieto di sorvolare zone abitate, l’obbligo di mantenere il drone entro il raggio visivo del “pilota” e diversi punti interrogativi sulla sicurezza di questa modalità di consegna.

Amazon ha pubblicato diversi documenti in cui illustra i propri progetti e le modalità con cui vorrebbe operare, mantenendo i velivoli automatici a un’altitudine tra i 61 e i 152 metri. Il colosso Usa può disporre al momento di oltre dieci modelli di droni e di prototipi, che vengono testati negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Israele e che si possono adattare ad ambienti differenti. Ma Amazon deve anche guardarsi le spalle dalla concorrenza. Google sta portando avanti Project Wing, con test aerei in Australia e con l’obiettivo di arrivare sul mercato nel 2017. Le fa poi compagnia Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce, con un’iniziativa analoga.

 

 

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