L’AI di Watson trova posto anche su altre nuvole
Alcune soluzioni di intelligenza artificiale di Ibm sono disponibili come servizio in ambienti terzi come Aws, Google e Microsoft. I clienti potranno collegare i propri dati a Watson tramite la piattaforma Cloud Private di Big Blue.
Pubblicato il 13 febbraio 2019 da Redazione

Ibm Watson diventa più “tollerante” con le altre nuvole. Big Blue ha deciso di proporre alcune tecnologie operanti sul proprio sistema di intelligenza artificiale come servizi da eseguire su cloud provider terzi. Nello specifico, l’azienda ha iniziato ad “aprire” Watson Assistant e Watson Openscale verso gli ambienti pubblici e privati di Amazon Web Services, Google Cloud Platform, Microsoft Azure e Red Hat Openshift. La base tecnologica è fornita da Ibm Cloud Private for Data, che sfrutta soluzioni open source (Kubernetes) per connettere i dati dei clienti ospitati sulle varie nuvole direttamente a Watson. “Le funzionalità rilasciate in queste ore riguardano due nostri prodotti di punta, che coprono una buona parte dei principali casi d’uso”, ha spiegato a Techcrunch Ruchir Puri, Cto e chief architect di Ibm.
Nel corso dell’anno il gigante di Armonk introdurrà nel pacchetto anche altri servizi, come Watson Knowledge Studio e le soluzioni di comprensione del linguaggio naturale. “I clienti faticano a infondere l’intelligenza artificiale nelle proprie applicazioni perché i dati sono distribuiti in tanti posti”, ha aggiunto Puri, che ha sottolineato quanto le aziende abbiano difficoltà a dei lock-in imposti dai provider (una pratica a cui nemmeno Ibm è estranea).
Cloud Private for Data è composto da microservizi preconfigurati eseguibili su più nodi di un cluster Kubernetes. L’integrazione fra i dati e l’infrastruttura di Big Blue è a carico del cliente e il funzionamento non si basa semplicemente su una serie di chiamate Api, ma su una reale incarnazione del servizio nell’ambiente preferito ed erogato tramite la piattaforma privata di Ibm. Inoltre, la presenza di Openshift testimonia l’avvio dell’integrazione tecnologica fra Red Hat e Big Blue e un profondo lavoro di ingegnerizzazione dei servizi di Watson sotto forma di container.
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