29/05/2012 di Redazione

L'Antitrust Ue indaga su ZTE e Huawei: dumping?

Fonti interne alla Commissione Europea parlano di prove di finanziamenti illegali effettuati dal governo cinese a favore dei due colossi del networking nazionali, che praticherebbero una politica commerciale scorretta. La causa legale potrebbe partire nel

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Uno scontro fra Europa e Cina si profila all’orizzonte: l’Antitrust della Commissione UE potrebbe far causa a Huawei e ZTE. I due colossi delle telecomunicazioni made in China sono accusati di aver beneficiato di sussidi illegali da parte del governo cinese, potendo così praticare nei mercati esteri una politica commercialmente scorretta. Per spingere l’export nel Vecchio Continente, le due aziende avrebbero applicato tariffe sottocosto a numerosi prodotti.

(Foto: Reuters)


In una parola, l’accusa, riportata dal Financial Times e poi ripresa dalle agenzie di stampa, è quella di dumping, e in mano all’organismo di controllo europeo ci sarebbero già “solide prove” degli avvenuti finanziamenti statali e nelle prossime settimane l’Antitrust potrebbe far causa ai due colpevoli beneficiari. Huawei e ZTE, rispettivamente il secondo e il quinto più grande produttore di hardware telefonico, potrebbero incorrere in pesanti sanzioni pecuniarie.

Il caso è eclatante, perché per la prima volta l’Antitrust ha agito in autonomia, senza attendere segnalazioni dalle parti lese, ovvero in questo caso i competitor. Gli interessi economici in gioco sono forti, e il manico del coltello sembra essere in mano alla Cina: Huawei, per esempio, conta circa 7mila dipendenti diretti in Europa, e lo scorso anno ha acquistato prodotti e servizi nel Vecchio Continente per un valore di circa 2,9 miliardi di euro.

Lo stesso Karel De Gucht, Commissario UE per il commercio, ha dichiarato: “È innegabile che molte aziende europee non siano disposte a farsi avanti e reclamare una giusta difesa per timore delle conseguenze sulle loro attività”.

Se davvero il governo cinese è coinvolto, un’eventuale causa intentata alle due compagnie potrebbe avere ripercussioni anche sui rapporti commerciali delle aziende europee con il Paese del Dragone. Siemens-Nokia, Alcatel Lucent ed Ericsson, in particolare, negli ultimi anni hanno realizzato investimenti importanti in Cina, al punto da considerarla un mercato chiave per il proprio sviluppo.

Karel De Gucht, Commissario UE per il commercio


Mentre ZTE ha risposto con un “no comment”, poche ore fa Huawei ha negato ogni accusa con una dichiarazione scritta: “Huawei – recita il comunicato – non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte della Commissione Europea su alcuna investigazione, ma siamo a conoscenza delle notizie riportate dai media. Neghiamo le presunte pratiche di dumping, né che Huawei abbia mai beneficiato di finanziamenti statali illegali”.

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