03/04/2018 di Redazione

L'assistente virtuale di Xiaomi è orgogliosamente “made in China”

L'azienda ha annunciato su YouTube la propria alternativa a Google Assistant, simile nel fuzionamento ma progettata soprattutto per l'utenza cinese. Può tradurre in tempo reale da e verso il cinese.

immagine.jpg

Anche Xiaomi ha finalmente il suo assistente virtuale per smartphone, orgogliosamente “made in China”. Xiao AI, questo il nome, è un software di intelligenza artificiale che non ha nulla da invidiare ai suoi omologhi occidentali, cioè Siri (di Apple), Google Assistant, Cortana (di Microsoft, funzionante su sistemi Windows) e Alexa (di Amazon, bordo degli smart speaker Echo) ma nemmeno a Bixby, l'invenzione di Samsung. Si distingue però dalla concorrenza non solo perché specifico per gli smartphone di Xiaomi, ma anche perché indirizzato soprattutto all'utenza cinese, almeno per il momento.

Il software è preinstallato sul nuovo Mi Mix S2, un telefono da 6 pollici di fascia alta (con 8 GN di Ram e processore Qualcomm Snapdragon 845 a otto core), al momento in vendita solo su alcuni siti di e-commerce cinesi. Sarà comunque possibile installarlo su precedenti modelli aggiornando il sistema operativo Miui, ovvero la versione di Android personalizzata da Xiaomi.

Il video teaser pubblicato dall'azienda su YouTube evidenzia diverse somiglianze fra questo software e Google Assistant. Xiao AI reagisce ai comandi vocali per programmare la sveglia al mattino, per fornire informazioni sul meteo, per rispondere a domande di ogni genere attingendo informazioni dal Web, per impartire comandi a dispositivi connessi (come il robottino aspirapolvere di Xiaomi), per spegnere le luci di casa, per prendere appunti sull'applicazione di blocco note, per postare fotografie su un social nework e per inviare messaggi ai contatti di WeChat e, a fine giornata, per mettere il telefono in modalità “non disturbare”.

Soprattutto, però, è utile per chi viaggi o non mastichi ancora bene la lingua del Paese in cui vive, come capita a moltissimi orientali: su richiesta, l'assistente può tradurre frasi in inglese o francese, per esempio, ed eseguire conversioni valutarie in tempo reale. È dunque il primo software di assistenza vocale sviluppato avendo in mente principalmente l'utenza cinese.

 

 

Una bella mossa, che forse garantirà a Xiaomi una nuova ondata di acquisti di smartphone sia in Patria, sia nei moltissimi mercati in cui l'emigrazione dà ragione di esistere a uno strumento di questo tipo. Una mossa che Xiaomi è stata capace di compiere prima della connazionale Huawei, anch'essa attualmente al lavoro per sviluppare un proprio assistente virtuale. Se anche una rondine non fa primavera, è comunque significativo notare la prevalenza della lingua inglese tra i primi commenti comparsi sotto al video teaser di YouTube (diverse le rischieste dall'India, per esempio). Xiao AI, forse, troverà spazio anche nel territorio della concorrenza?

 

ARTICOLI CORRELATI