21/12/2010 di Redazione

L'Europa unita ci vuole tutti più open source

L'EIF, European Interoperability Framework, è un documento con il quale la Commissione Europea esorta governi e pubbliche amministrazioni ad adottare pratiche aperte e orientate all'interoperabilità. Documentazioni e idee devono circolare senza limiti art

La Commissione Europa ha pubblicato lo scorso 16 dicembre l'atteso European Interoperability Framework (EIF). È un set di raccomandazioni e specifiche nate per standardizzare e rendere più facili da gestire le comunicazioni tra Pubbliche Amministrazioni.

Europa, l'aperura che unisce?

Tra gli obiettivi principali dell'EIF ci sono la promozione e l'erogazione di servizi pubblici in Europa, per cittadine e aziende; ma anche la costruzione di solide piattaforme interoperabili, che rendano la comunicazione più semplice per tutti.

Secondo Red Hat la Commissione Europa ha tenuto in considerazione le ragioni della comunità open-source, " resistendo alle forti pressioni per un'eliminazione generale delle tecnologie aperte", ha commentato Mark Bohannon.

La Commissione Europea raccomanda che "le amministrazioni pubbliche europee puntino all'apertura", anche "nello sviluppo congiunto di sistemi software personalizzati di modo che le amministrazioni pubbliche europee generino risultati che possano essere interconnessi, riutilizzati e condivisi, migliorando così l'efficacia'.

Insomma, la documentazione delle PA di tutta Europea dovrà avere formati digitali interoperabili: utilizzabili cioè senza limiti dovuti al software prescelto dagli utenti. Il documento definisce anche il principio secondo cui "le amministrazioni pubbliche devono essere disposte a condividere con altri soluzioni, concetti, framework, specifiche, strumenti e componenti' compreso l'utilizzo di piattaforme, tool, specifiche e componenti collaborativi".

Introperabilità e comunicazioni facili. Una bella sfida

Resta, secondo RedHat, una certa ambiguità nella definizione degli standard. La comunità open-source non è del tutto soddisfatta, e percepisce l'intervento delle lobby nella stesura del documento finale. RedHat e la comunità OpenSource continuano a perorare la causa della IPR royalty-free, una posizione diametralmente opposta a quella di tante aziende.

In questo scenario l'Europa fino ad oggi si è sforzata di mantenere un approccio neutrale e in favore degli interessi dei cittadini, con risultati che a volte hanno adirato entrambe le parti, e a volte sono state più orientate alla "apertura". Segnali che, forse, si sta navigando nella giusta direzione.

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