Istituzioni governative cinesi, tra
cui la Banca popolare della Cina e del
Ministero
delle Finanze, intendono sganciare i loro sistemi informativi
dalle aziende
statunitensi per scongiurare minacce
alla sicurezza finanziaria del paese. L'informazione è stata
pubblicata da
Bloomberg, e l'azienda che rischia di essere maggiormente colpita è IBM, i cui server sono presenti in entrambe
le istituzioni. L'idea è quella di sostituirli con server
realizzati da
produttori locali, che sicuramente non avrebbero backdoor nascoste che
facilitano la raccolta di informazioni da parte dell'intelligence
statunitense.
La mossa è conseguenza dello scandalo
datagate e dalle
informazioni trapelate di recente secondo cui negli apparati di rete e
nei
server di produzione statunitense sarebbero installate backdoor per
tenere
sotto controllo i Paesi stranieri.
Problemi per IBM in Cina?
George Koo, esperto nelle relazioni
USA-Cina e CEO di International
Strategic Alliances, ha infatti spiegato che "il governo degli Stati
Uniti
è stato il primo a sollevare l'allarme sulle backdoor nascoste che
potrebbero permettere
di intercettare le comunicazioni sui server da e verso l'utente. Si è
scoperto
che i server realizzati da aziende multinazionali con sede americana
hanno usato
questo metodo per facilitare la raccolta di informazioni da parte della
NSA".
Ecco quindi spiegato il motivo della
decisione di Pechino di
sostituire i server IBM con equivalenti nazionali, che come precisa lo
stesso Koo
"avrà ricadute principalmente sul business di IBM". Non solo. Pechino
ha anche ordinato alle imprese statali di tagliare i legami con le
società di
consulenza statunitensi, tra cui McKinsey e Boston Consulting Group.
Si sta andando verso un peggioramento
delle relazioni
USA-Cina? Ufficialmente non ci sono dichiarazioni in tal senso, e
"idealmente
Stati Uniti e Cina dovrebbero lavorare insieme per risolvere le grandi
sfide
del mondo", il problema come sottolinea Koo è che "sarebbe necessaria
fiducia reciproca, e in questo momento non c'è".