11/02/2019 di Redazione

La direttiva Ue sul copyright potrebbe vedere la luce

Raggiunta un’intesa preliminare fra la maggioranza dei 28 membri dell’Unione europea. Di traverso l’Italia e altri Paesi. Dopo l’incontro del trilogo previsto questa settimana si potrebbe passare al voto finale ad aprile. Il dibattito è ancora incentrato

immagine.jpg

La riforma europea del diritto d’autore fa un piccolo passo avanti, malgrado il parere negativo dell’Italia. A maggioranza, i 28 Paesi membri della Ue hanno trovato una posizione condivisa sulla bozza della contestata direttiva che dovrebbe adattare la legge sul copyright all’attuale era digitale. Dopo l’intesa raggiunta venerdì la palla passa ora al cosiddetto trilogo, composto da Parlamento, Commissione e Consiglio, che dovrebbe incontrarsi fra oggi e mercoledì. Come detto, il nostro Paese si è messo di traverso, ma non è solo. A fare compagnia all’Italia ci sono anche Paesi Bassi, Svezia, Polonia, Finlandia, Lussemburgo, Malta e Slovacchia, anche se l’ostracismo non sembra essere servito. Il gruppo del “no” ha chiesto maggiori garanzie sulla libertà di informazione.

Al centro della contesa ci sono soprattutto gli articoli 11 e 13. Il primo, noto alle cronache come link tax, obbligherebbe le realtà che utilizzano ad esempio le anteprime degli articoli dei giornali a stipulare un accordo con gli editori. In questo modo la Commissione cerca di tagliare le gambe agli aggregatori di notizie, che generano traffico pubblicando news prodotte da altri. Le associazioni che rappresentano gli editori della Ue si sono dette parzialmente soddisfatte dell’accordo raggiunto venerdì, definendolo un passo nella giusta direzione.

La speranza di questi portatori d’interesse è comunque quella di vedere migliorato ulteriormente il testo, grazie al dialogo che si avvierà a breve nel trilogo. Il punto 13 della direttiva prevede invece che le piattaforme di video streaming come Youtube firmino accordi specifici con gli autori, integrando dei filtri per bannare automaticamente i contenuti protetti da copyright. L’accordo raggiunto nel fine settimana, orchestrato soprattutto grazie alla mediazione di Francia e Germania, esenta dal controllo solo le aziende con meno di tre anni vita, un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e un massimo di cinque milioni di visitatori unici mensili.

Secondo la tedesca Julia Reda del Partito Pirata, però, il compromesso “è ancora più estremo della versione precedente, in quanto richiede a tutte le piattaforme attive da più di tre anni di censurare automaticamente gli upload dei loro utenti, caricando di insopportabili fardelli anche le realtà più recenti”.

Soddisfatto invece Andrus Ansip, commissario per il mercato unico digitale europeo, che ha twittato: “Sono contento che i Paesi Ue abbiano trovato una voce comune sulla riforma del diritto d’autore […]. Gli europei meritano una direttiva sul copyright adeguata per l’era digitale: è positiva per creatori, piattaforme e utenti”. Se il trilogo dovesse accordarsi su un testo comune, la parola passerà nuovamente al Parlamento, che dovrà votare la nuova direttiva prima della sua scadenza.

A fine maggio si terranno infatti le elezioni europee e l’ultima sessione valida per la votazione è fissata a fine aprile. La Commissione spinge per chiudere ovviamente prima del termine del suo mandato: se non si riuscisse votare infatti, tutto il lavoro andrebbe perso per sempre e si dovrebbe eventualmente ricominciare da capo.

 

ARTICOLI CORRELATI