31/01/2015 di Redazione

La Fcc “restringe” la banda larga: servono almeno 25 Mbps

L’ente regolatore statunitense ha modificato la definizione di Internet ad alta velocità, ora applicabile alle connessioni da almeno 25 megabit per secondo. Un giro di vite sugli Internet Service Provider, che fino a ieri potevano definire broadband le pr

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Banda più larga, definizione più stretta. Così, con un gioco di parole, si potrebbe definire l’ultima mossa della Federal Communications Commission, l’ente regolatore in ambito telecomunicazioni e del Web negli Stati Uniti: una nuova definizione di “broadband”, ora vincolata a una velocità di connessione minima di 25 megabit per secondo. Il cambio di etichetta è sostanziale, perché per gli Internet Service Provider a stelle e strisce la precedente soglia minima per poter fregiare le loro offerta della definizione “banda larga” era di 4 Mbps.

La decisione è stata comunicata dalla Fcc all’interno di un nuovo studio, l’edizione 2015 del Broadband Progress Report, che fotografa l’evoluzione dei servizi di rete Internet negli Stati Uniti. Non è stata una scelta plebiscitaria: un terzo dei membri dell’ente regolatore, principalmente di estrazione repubblicana, hanno votato contro, ma ha prevalso l’orientamento del presidente della Federal Communications Commission, il democratico Tom Wheeler.

Lo stesso che negli scorsi mesi ha caldeggiato la revisione del concetto di “net neutrality”, ancora una volta puntando a imporre regole più stringenti per i provider di servizi Internet. Il voto sul principio di neutralità del Web arriverà il 26 febbraio, ma nel frattempo l’innalzamento della soglia di velocità della banda larga è un primo giro di vite sugli operatori del Web, che si troveranno costretti a rivedere la definizione delle loro offerte commerciali.

AT&T e Verizon, per esempio, contano rispettivamente 4 milioni e 2,5 milioni di clienti abbonati a servizi di Adsl che fino a ieri potevano essere venduti come broadband e che da domani dovranno essere “retrocessi” a semplici offerte di traffico dati. Non stupisce dunque che in molti non abbiano ben accolto la mossa della Fcc, bollata per esempio da alcuni esponenti repubblicani come un sopruso. I sostenitori, invece, pensano che questo passaggio possa servire da stimolo per "velocizzare" la Rete e stare al passo con il crescente consumo di contenuti video anche da mobile.

Con la nuova definizione, 55 milioni di cittadini statunitensi (cioè il 17% della popolazione) risultano sprovvisti di Internet a banda larga, con accentuato divario fra le zone urbane (dove la percentuale è limitata all’8%) e quelle rurali (20%).

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