08/05/2017 di Redazione

La Germania alza scudi cibernetici contro gli hacker russi

Il numero uno dell’intelligence tedesca, Hans-Georg Maassen, ha detto che il Paese è pronto se necessario a distruggere i server utilizzati dai pirati informatici nell’attacco del 2015 diretto al Parlamento. La paura di Berlino è che i criminali possano u

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L’ombra degli hacker russi si staglia dietro le prossime elezioni federali tedesche. Dopo le accuse da parte di analisti e osservatori statunitensi e francesi di aver cercato di influenzare l’esito del voto democratico con campagne cybercriminali e di fake news mirate, Mosca è finita nuovamente nel mirino dell’intelligence teutonica. A parlare nelle ultime ore è stato il numero uno dei servizi segreti interni (Bfv) di Berlino, Hans-Georg Maassen, il quale ha sottolineato come nell’attacco informatico subìto dal Bundestag nel maggio 2015 fu prelevata una “significativa quantità di dati” e come ora il governo tedesco stia vagliando dei piani per cancellare quelle informazioni dai server utilizzati dagli hacker, distruggendo se necessario le stesse macchine. L’attacco di due anni fa, diretto alla camera bassa del Parlamento, fu probabilmente sferrato da pirati informatici del gruppo Apt28, con presunti collegamenti con il Cremlino.

“Crediamo di essere nella posizione giusta per eliminare i server, in caso i provider e i proprietari di queste macchine non siano in grado di assicurarci che queste ultime non siano state utilizzate per condurre gli attacchi”, ha spiegato Maassen. Gli occhi di Berlino e, conclusa ora la tornata elettorale francese con la vittoria di Emmanuel Macron, quelli di tutta Europa sono puntati a settembre quando Angela Merkel si giocherà la probabile quarta elezione a cancelliera.

La paura della Germania è, in modo analogo a quanto successo l’anno scorso negli Usa durante la campagna di Donald Trump, che la Russia possa cercare di influenzare le opinioni dei cittadini con attacchi hacker mirati e con la diffusione di notizie false allo scopo di fare propaganda per le frange più “estremiste” del teatro politico tedesco.

Soltanto lo scorso gennaio il candidato socialdemocratico ed ex presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz è stato vittima di una campagna denigratoria scaturita da una vera e propria bufala, pubblicata da un sito russo: secondo la fake news il padre di Schulz avrebbe diretto un campo di concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale.

 

Credits: Katja-Julia Fischer. Hans-Georg Maassen, presidente del Bfv tedesco

 

Per cercare di contrastare il fenomeno delle notizie false sono scesi in campo anche diversi colossi tecnologici, fra cui Google, Facebook e Wikipedia. L’enciclopedia online ha per esempio lanciato a fine aprile l’iniziativa Wikitribune, una piattaforma di citizen journalism in cui professionisti e utenti lavoreranno fianco a fianco per verificare e riportare le notizie nel momento in cui accadono, modificandole in tempo reale mentre i fatti si sviluppano.

 

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