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La moltiplicazione dei servizi cloud fa girare la testa alle aziende

Meno di un'azienda europea su dieci, secondo uno studio di Idc, ha elaborato una chiara strategia multi-cloud. La maggior parte si rivolge a molteplici fornitori, senza però saper confrontare prezzi e peculiarità delle offerte.

Pubblicato il 04 maggio 2018 da Redazione

Solo un'azienda europea su dieci è pronta per il cloud “multiplo”. L'espansione della nuvola a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha comportato anche una moltiplicazione di fornitori di servizi basati sul cloud, dall'infrastruttura, alle piattaforme, ai software, alle soluzioni di sicurezza, allo sviluppo applicativo. Oggi è raro imbattersi in realtà aziendali affidate completamente a un unico fornitore per tutti questi tipi di servizio, e nemmeno si può affermare questo limitandosi a considerare il cloud pubblico, quello in cui eccellono Amazon (Aws), Google (Google Cloud) e Miccrosoft (Azure). Viviamo, insomma, in un mondo “multi-cloud”, che piaccia oppure no.

Un nuovo studio di Idc suggerisce che le aziende – in particolare quelle europee – abbiano in qualche modo subito o assecondato questo processo, senza però dominarlo. Fra le 600 coinvolte nell'indagine (imprese italiane, francesi, tedesche, britanniche, olandesi, danesi, svedesi, norvegesi e finlandesi), quasi tutte adatto per la singola necessità.

Solo il 9% delle organizzazioni, infatti, rientra nella categoria che Idc definisce dei “pionieri”, ovvero di realtà che possono giù dirsi pronte per operare in ambienti multi-cloud ed equipaggiate di una strategia chiara. Questa minoranza sa come selezionare l'alternativa migliore, sa confrontare i prezzi e le offerte e soprattutto sa valutare quali workload possano essere proficuamente spostati su infrastrutture di cloud pubblico e quali, invece, siano meglio custoditi in cloud privati. I pionieri, inoltre, restano costantemente aggiornati sulle proposte dei diversi fornitori.

La stragrande maggioranza delle aziende europee, l'80%, attraversa invece una fase di transizione da generici ambienti di cloud ibrido verso ambienti propriamente multi-cloud, e ancora non si è dotata di una chiara strategia. Un ulteriore 10% rientra nella categoria dei “bystander”, che passano da lì per caso o stanno ad aspettare le mosse degli altri.

 

 

 

Al momento si pensa soprattutto a risparmiare: la preoccupazione più citata come primaria dalle aziende (42% dei rispondenti) è il controllo dei costi degli ambienti multi-cloud. Lo studio di Idc ha anche svelato che un'impresa su tre non ha alcuna intenzione di spostare dati o applicazioni dall'attuale collocazione cloud verso quella di un differente provider, o almeno non lo farà nel breve periodo (prima di un anno).

Come sintetizzato da Michael Ceroici, research analyst, European Multicloud Infrastructure di Idc, “Nelle aziende europee esiste certamente un'idea di infrastruttura multi-cloud come obiettivo finale da raggiungere, ma c'è ancora incertezza sul come una strategia multi-cloud debba apparire”. In tale strategia, spiega l'analista, dovrebbero rientrare valutazioni sulla tecnologia dell'infrastruttura, ma anche considerazioni sulle necessità delle business unit e, magari, competenze interne all'azienda in materia di cloud.

 

SCENARI

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  • Lotta agli sprechi alimentari con blockchain, digital twin, sensori
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SCENARI

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