22/11/2016 di Redazione

La nuvola di Ibm si espande in Uk con quattro data center

Una nuova location, in Hampshire, sarà operativa già entro la fine di quest’anno, mentre altre tre esordiranno nel 2017. Si allarga il trampolino di lancio europeo per i servizi di SoftLayer e di Watson.

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Altro che Brexit: il Regno Unito forse si allontanerà dall’Europa, ma non certo dalle multinazionali statunitense della tecnologia. Come Ibm, fresca dell’annuncio di quattro nuovi data center che andranno ad allargare la sua “nuvola” già installata in territorio britannico: il primo, ubicato a Fareham, nell’Hampshire, sarà già operativo dal mese di dicembre, mentre gli altri tre esordiranno l’anno prossimo. Come si intuisce dalle tempistiche (e come confermato a TechCrunch), non si tratterà di edifici eretti ex novo, bensì di spazi presi in gestione, all’interno dei quali Ibm installerà le proprie infrastrutture di rete, storage, computing, ed elettricità.

 

Attualmente nel Regno Unito Big Blue può già contare su due data center, avviati nel 2011 e nel 2014, e di fatto con le future aggiunte il numero verrà triplicato. L’azienda non ha sottolineato questo aspetto, ma vale la pena notare che la conquista di nuovi presidi europei oggi è strategica per i fornitori di cloud computing (quelli “puri”, come Aws, così come quelli che utilizzano i data center per erogare servizi complessi, come appunto Ibm), bisognosi di assecondare le richieste del Privacy Shield. Approvato lo scorso febbraio, il  regolamento impone la conservazione entro i confini europei di alcune tipologie di dati, che dunque non possono essere allocati oltreoceano per ragioni di sicurezza e riservatezza. E non è un caso che Microsoft abbia scelto la Germania per la realizzazione di un nuovo sito.

 

Ciò di cui, invece, Ibm fa esplicita menzione sono i vantaggi di capillarità geografica offerti ai clienti europei. Con questa espansione saliranno a 16 le location disponibili nel Vecchio Continente e a oltre cinquanta quelle mondiali: da qui, attraverso la piattaforma Bluemix, vengono erogati servizi di vario tipo, inclusi quelli di SoftLayer (storage e computing) e quelli di Watson (computing cognitivo al servizio di applicazioni di machine learning, Blockchain, Internet delle cose, analytics e altro ancora).

 

 

 

 

Questa espansione”, recita una nota stampa, “rafforza la capacità di Ibm di offrire ai clienti una maggiore flessibilità, trasparenza e controllo sul modo in cui gestiscono i propri dati, in cui portano avanti il business e sviluppano le operazioni It localmente, nel cloud”. La terra britannica si è finora rivelata fertile per il colosso tecnologico di Armonk. Qui, l’azienda vanta clienti del calibro di Dixons Carphone, National Express, National Grid, Shop Direct, Travis Perkins Plc e Wimbledon.

 
 

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