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La produttività in ufficio? Con la consumerizzazione fa acqua

Una ricerca condotta da Idc per conto di Adobe su un campione di 1.200 addetti aziendali rivela come l’utilizzo massivo di device mobili possa portare a perdite di tempo tali da generare fino a 16 milioni di dollari di costi di inefficienza in un’organizzazione di mille dipendenti.

Pubblicato il 04 ottobre 2012

L’inefficienza alla voce produttività può arrivare fino a 15,9 milioni di dollari l’anno. Un conto salatissimo, cui rischia di andare incontro un’azienda di mille dipendenti che gestisce male processi e documenti. A dirlo lo studio “Bridging the Information Worker Productivity Gap: New Challenges and Opportunities for IT” commissionata da Adobe Systems ad Idc e condotta su un campione di 1.200 addetti (di cui circa 360 professionisti It) di aziende di sei diversi Paesi con un minimo di 50 dipendenti con postazione pc dedicata.

È il rovescio della medaglia della rivoluzione Byod? I sostenitori del fenomeno (che sono tanti) faranno sicuramente orecchie da mercanti ma resta il fatto che la proliferazione di smartphone e tablet in azienda sta rendendo per diversi aspetti più difficile la vita dei responsabili dei sistemi informativi.

Lo studio di cui sopra, in particolare, fa notare come l’utilizzo massivo di dispostivi mobili, personali e non, per svolgere le attività di business - il 50% dei cosiddetti “information worker” utilizza un telefonino intelligente (il 10% il proprio) e parimenti il 16% fa ricorso a un pc a tavoletta (il 7% con la propria) – si fanno sentire soprattutto in termini di perdita di tempo. Oltre 11 ore a settimana vengono infatti sprecate da ciascun lavoratore rispetto al totale della sua produttività personale.

Nello specifico due ore se ne vanno per recuperare documenti smarriti o comunque errati, altrettante per cercare documenti invano mentre le restanti sette servono (equamente) per unire tra loro file e fonti in un unico documento e per risolvere problematiche legate ai documenti cartacei.

Altro baco che le aziende devono loro malgrado sostenere (spesso e volentieri senza sapere l’aggravio di costi, definiti non a caso “nascosti”, legati a tali inefficienze) riguardo il tempo perso relativamente ai processi di collaborazione. Il totale arriva a oltre 12 ore (l’11,1% del totale), e la ripartizione comprende voci quali la raccolta e l’analisi deii feedback (circa sette ore), la gestione dei processi di approvazione e il consolidamento dei dati presenti nei diversi moduli applicativi.

Il calcolo di sintesi a cui sono giunti gli analisti di Idc non ha bisogno di molte spiegazioni: colmando il totale di queste inefficienze (che costituiscono il 19,5% del tempo degli information worker) un’azienda media di mille dipendenti avrebbe la possibilità di risparmiare un cospicuo budget da investire in nuove risorse, e cioè qualcosa come 213 nuovi dipendenti.

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