31/01/2017 di Redazione

La produttività spicca il volo con l'intelligenza artificiale

Uno studio internazionale di Accenture svela che fra le grandi imprese è forte l'attitudine a innovare. Ben l'85% delle realtà investiranno in intelligenza artificiale e altrettante faranno ricorso a un maggior numero di professionisti freelance.

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Le polemiche sul rapporto fra tecnologie innovative – come la robotica e l'intelligenza artificiale – e lavoro sono all'ordine del giorno. Mentre gli impatti di queste evoluzioni tecnoogiche sui livelli occupazionali restano materia di studio, da Accenture arrivano buone notizie: l'Artificial Intelligence, unita alla definizione di nuovi mercati digitali, favorirà la creatività, il genio e la produttività. Altre tecnologie utili allo stesso scopo saranno gli analytics applicati ai Big Data e agli oggetti dell'Internet of Things, ovvero soluzioni che consentiranno di imparare e adattarsi ai bisogni delle persone, se non addirittura di anticiparli. È questo il risultato di uno studio che Accenture ha realizzato mettendo insieme le considerazioni di esperti e consulenti (inclusi luminari universitari, imprendori, ricercatori) e le risposte raccolte in 31 Paesi da oltre 5.400 dirigenti ed executive It di aziende di grandi dimensioni (con fatturato non inferiore ai 500 milioni di dollari).

Secondo l'Accenture Technology Vision 2017, questo il nome dello studio, l'intelligenza artificiale potrebbe addirittura far raddoppiare il tasso di crescita delle economie sviluppate previsto da qui al 2035, nonché migliorare anche del 40% la produttività sul lavoro. Attenzione, però: si possono ottenere benefici come questi a patto di intervenire “radicalmente” su alcuni modelli produttivi e a patto di rafforzare ruoli e competenze delle persone. “Trasformando le nostre vite e il nostro lavoro, la tecnologia pone la società di fronte a sfide importanti e crea nuove opportunità”, ha commentato Alessandro Marin, Accenture Technology Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia. “Al timone del cambiamento che coinvolgerà il nostro modo di vivere ci sono le persone; possiamo, quindi essere ottimisti e affermare che l’azione responsabile dei leader assicurerà un impatto positivo delle nuove tecnologie sulla società

C'è chi già si sta muovendo in questa direzione. Ben l'85% degli intervistati ha detto che la propria azienda farà significativi investimenti in italligenza artificiale entro i prossimi tre anni; un 31% di avanguardisti, inoltre, sta pianificando di utilizzare estensivamente gli studi sul comportamento dell’uomo per creare nuove forme di user experience, sempre da qui a tre anni. L'85 delle realtà, inoltre, intente reclutare nuovi freelance già entro dodici mesi. Percentuali alte, motivate dalla lungimiranza, dalla cultura aziendale e dai budget a disposizione delle grandi imprese, e che però lasciano l'interrogativo di quale sia l'attuale scenario delle Pmi in fatto di investimenti e attitudine all'innovazione.

 


 

Cinque strade verso il futuro

Secondo la grande maggioranza degli intervistati, l'86%, il cambiamento dei prossimi anni non scaturirà da una singola tecnologia bensì dalla a sinergia fra una e l'altra. Si osserverà, quindi, un vero effetto moltiplicatore. Ma quali saranno le tendenze più importanti? Accenture ne indentifica cinque. La prima è la centralità dell'intelligenza artificiale, che sempre più plasmerà le interfacce utente rendendo più fluida, intuitiva e smart l'interazione fra uomo e tecnologia. A detta del 79% degli intervistati, il machine learning rivoluzionerà anche le modalità di raccolta dei dati e di interazione delle aziende con i clienti.

In secondo luogo, sempre più nel progettare nuove tecnologie, prodotti e servizi metteranno le persone al centro. Grazie al machine learning le soluzioni sapranno adattarsi via via alle abitudini e preferenze degli utenti, ma sarà ance necessario utilizzare gli analytics per anticipare desideri e bisogni futuri delle persone. Il terzo fenomeno del quinquetto si potrebbe così riassumere: ogni ecosistema è un macrocosmo. Il singolo servizio offerto rientra all'interno di una piattaforma tecnologica, che a sua volta deve poter comunicare con altrepiattaforme in logica di ecosistema. Attualmente il 27% degli executive intervistati dichiara che gli ecosistemi digitali già stanno trasformando il modo in cui la propria azienda creare valore.

 

In quarta istanza, il mondo del lavoro continuerà a cambiare: si creerà un nuovo mercato dei talenti, in cui i professionisti potranno essere scelti e reclutati dalle imprese in modo più libero e rapido. Non a caso, l’85% degli executive presi in esame prevede di aumentare il ricorso a freelance entro il prossimo anno. L'ultima tendenza degli anni a venire potrebbe essere riassunta come attitudine al “viaggio nell'inesplorato”: non pochi oseranno tentare nuove strade, anche tecnologiche, pur non perdere terreno rispetto alla concorrenza. Fra gli executive intervistati, il 74% ha fatto sapere che la propria organizzazione sta già approcciando tecnologie digitali nuove, ancora non definite.

 

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