21/01/2016 di Redazione

La prossima generazione di sviluppatori iOs parlerà italiano

In collaborazione con un’istituzione partner Apple aprirà a Napoli il primo centro europeo per developer, con l’obiettivo di formare e assistere migliaia di giovani, inserendoli nella comunità mondiale che gravita attorno al proprio ecosistema mobile. Sec

immagine.jpg

Il primo centro di sviluppo app iOs in Europa sarà in Italia. Più precisamente a Napoli, dove Apple creerà una struttura per fornire agli studenti la formazione e le giuste competenze per realizzare le applicazioni del futuro. Questa sorta di scuola per sviluppatori verrà mantenuta in collaborazione con una non meglio specificata “istituzione partner” nel capoluogo campano, supportando nel contempo anche gli insegnanti. L’obiettivo finale è specializzare una nuova generazione di developer, nell’ordine di “migliaia” di persone, per aiutarli a entrare nell’enorme comunità mondiale di sviluppatori che gravità attorno al mondo della Mela. Per espandere sempre di più la community, inoltre, il colosso di Cupertino allargherà in futuro questo nuovo programma di formazione anche in altri Paesi, anche se al momento la lista dei prossimi step non è stata resa pubblica.

“L’Europa è la patria di alcuni tra i più creativi sviluppatori del mondo e siamo eccitati di aiutare la prossima generazione di imprenditori italiani a ottenere le competenze di cui hanno bisogno avere successo”, ha commentato Tim Cook, Ceo di Apple, che ha sottolineato come (direttamente e indirettamente), la Mela abbia creato negli anni circa 1,4 milioni di posti di lavoro nel solo Vecchio Continente (75mila in Italia). Di questi, 1,2 milioni sono attribuibili proprio all’ecosistema di sviluppatori di applicazioni iOs.

Numeri importanti, a cui si affianca anche un altro dato citato nel comunicato ufficiale di Apple. Grazie all’espansione del sistema operativo mobile di Cupertino, gli sviluppatori europei sono riusciti a generare un volume d’affari pari a 10,2 miliardi di dollari, grazie alla vendita delle app in tutto il mondo. E Apple cita un paio di storie di successo provenienti dal nostro Paese. Come Ik Multimedia, specializzata nella creazione di software musicale. Oppure Musement, focalizzata nel mercato turistico e nella prenotazione di musei, spettacoli e altri eventi.

 

 

Apple dimostra quindi di voler scommettere sull’Europa e anche sull’Italia: non è chiaro però perché il colosso statunitense abbia deciso di inaugurare un centro così importante proprio nel nostro Paese (avranno parlato di questo Tim Cook e Matteo Renzi lo scorso novembre?), né perché la Mela abbia scelto Napoli come sede della nuova struttura. Forse, si potrà fare maggiore chiarezza quando si scoprirà l’istituzione partner con cui Apple collaborerà.

Ma l’Europa potrebbe riservare anche dolori al gigante di Cupertino. È di pochi giorni fa la notizia che la società diretta da Cook potrebbe incappare in un maxi risarcimento di otto miliardi di dollari comminato dalla Commissione Europa, legato al presunto reato di frode tributaria. Le indagini dell’esecutivo del Vecchio Continente, come riportato da Bloomberg Intelligence, sono ancora in corso ma, se confermate, potrebbero risultare in un tesoretto di rilievo per la Ue, ultimamente inflessibile in materia fiscale con i grandi gruppi tech statunitensi che operano in Europa.

Come altre aziende d’Oltreoceano, infatti, anche Apple ricorre alla favorevole normative fiscale irlandese. La Mela genera circa il 55% dei propri profitti fuori dagli States, ma paga su questo giro d’affari tasse pari all’1,8%. Se Bruxelles optasse invece per l’applicazione di standard fiscali più stringenti, la compagnia si troverebbe a pagare tasse al 12,5%.

 

ARTICOLI CORRELATI