13/01/2012 di Redazione

La ricca ricetta dell'agenda digitale dell'Agcom

L’Authority invita Parlamento e Governo a darci dentro con le reti di nuova generazione, l’alfabetizzazione digitale e lo sviluppo della moneta elettronica. Un passo importante nel processo di riammodernamento di servizi e infrastrutture o il solito libro

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L’Agcom chiede il varo di un’agenda digitale. E lo fa con un documento indirizzato a Governo e Parlamento nel quale ricorda la situazione italiana e i vantaggi che deriverebbero. Vanno bene le liberalizzazioni (magari indirizzate anche a soggetti un po’ più forti di farmacie e taxi), ma per la crescita c’è bisogno di spingere l’acceleratore sullo sviluppo delle reti di nuova generazione.  

Perché, si legge nel documento, è “ormai un punto fermo, supportato da evidenze e stime accreditate da parte di studiosi e organismi internazionali, che la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, vitali per lo sviluppo di un ecosistema digitale, è alla base del recupero di produttività per migliorare la competitività internazionale di un Paese e per creare nuova occupazione qualificata”.
 
Nulla di nuovo, ma visto che c’è un Governo potenzialmente più sensibile a questi discorsi, l’Authority ricorda che “al giorno d'oggi nessun altro settore è in grado di accelerare in misura comparabile la crescita e lo sviluppo del Paese” e l’arretratezza dell’Italia “è impietosamente fotografata  dall'osservatorio dell’Unione Europea sull'Agenda digitale.

La digitalizzazione avanza troppo lentamente e ci si trova di fronte a un quadro asimmetrico che presenta una forte contrazione delle linee fisse e una crescita esponenziale di quelle mobili. “Gli italiani si stanno dotando di smartphone e chiavette Usb per navigare molto più che in altri Paesi europei, mentre il modello della connessione fissa ancora non si afferma: non ci si abbona alla banda larga anche quando è disponibile, mentre il mobile viene assunto sempre di più come la finestra sulla rete, pur non avendone le stesse performance e potendo incorrere in strozzature”.

Descritta la situazione, l’Authority guidata da Corrado Calabrò passa alle proposte che prevedono l’istituzione di un’agenda digitale, sotto la guida del ministero dello Sviluppo economico, da inserire nella legge sulla concorrenza di imminente emanazione. Poi ci sono gli interventi definiti a costo zero come le misure per l’alfabetizzazione digitale che coinvolgerebbero la Rai, l’aumento delle ore di insegnamento di “materie connesse con l’informatica nelle scuole”, la formazione per i docenti alla didattica multimediale e la promozione di iniziative per le fasce più anziane della popolazione.

Per quanto riguarda le transazioni online si chiede l’istituzione con una primaria “del principio per cui la digitalizzazione è un'opportunità e non un costo per il cittadino. Ovverosia, laddove lo stesso servizio è fruibile da parte del medesimo fornitore sia attraverso il canale tradizionale che attraverso quello informatico, il cittadino ha diritto di scegliere in quale forma ottenere il servizio, senza aggravio di costi, in tempi e modalità certe. In sintesi, sul cittadino deve gravare solo il costo di accesso alla rete (connessione), non maggiori costi (o qualità inferiori) per fruire del servizio in digitale”.

Il principio dovrebbe valere per tutti i servizi, pubblici e privati. La facilità di accesso deve essere garantita, così come bisogna introdurre carta d’identità elettronica (una delle tante lunghe storie italiane) e cartella clinica elettronica. La Pa deve accettare pagamenti in formato digitale, essere obbligata a partecipare ai processi di open data, mentre per e-commerce e monta elettronica si sottolineano le possibilità offerte al paese dei cellulari dalla diffusione delle tecnologie Nfc e la forte spinta che è necessario imprimere alle piccole e medie imprese (soprattutto le piccole), oltre il 90% della struttura industriale italiana.
 

Per stimolare le vendite online si propone inoltre di rendere obbligatorio “l’utilizzo di Pos con tecnologia Nfc per gli uffici postali e i fornitori di servizi locali (utilitres, trasporti, parcheggi)” e tutta un’altra serie di azioni. Definire i requisiti minimi di qualità sui prodotti e servizi digitali e contestualmente semplificare per I'e-commerce gli adempimenti pensati per il commercio tradizionale; ripensare al regime Iva alfine di incentivare le Pmi a operare online; ridurre l'ambito di riserva a favore di Poste italiane prevedendo anche possibilità di notifica digitale per favorire la crescita dell'utilizzo di strumenti digitali.

ll recepimento della Direttiva 2008/5/CE ha mantenuto la riserva a favore di Poste italiane per gli invii raccomandati attinenti alle procedure giudiziarie e per i servizi inerenti le notificazioni a mezzo posta. Si propone di prevedere la possibilità di notifica anche a mezzo di posta elettronica certificata (Pec) di tali atti quando il destinatario sia un soggetto (impresa o studio professionale che abbia preventivamente dichiarato l'indirizzo Pec). Prevedere la nullità ipso iure di qualunque clausola contrattuale che, in un accordo di distribuzione tra distributore e Pmi, faccia divieto di vendita diretta su canali online”.

Per le reti di nuova generazione, invee, la proposta è di introdurre “il concetto di "operatore di palazzo" destinatario di regole simmetriche definite dall'Agcom per l'accesso al segmento verticale e alla tratta di adduzione per le reti in fibra ottica. Serve quindi “disciplinare la realizzazione dei segmenti terminali (cablaggio interno al palazzo e segmento orizzontale di adduzione) in un'ottica pro-competitiva, secondo una soluzione (alla francese) per cui il primo operatore che realizza i segmenti terminali viene riconosciuto - ex lege - come "operatore di palazzo" avente il controllo su un collo di bottiglia essenziale per la concorrenza fra operatori nella fornitura di servizi retail di accesso in fibra. La qualifica di "operatore di palazzo" va affiancata da una previsione che demandi all'Agcom la declinazione delle regole di apertura delle reti agli altri operatori. Alternativamente si può ipotizzare la deducibilità fiscale per i condomini che decidono di realizzare in proprio le opere di realizzazione dei verticali”.

Secondo l’Authority è necessario semplificare e armonizzare le procedure amministrative per la stesura di reti di nuova generazione prevedendo il divieto per le Amministrazioni pubbliche di prevedere oneri diversi dai costi amministrativi di gestione della pratica e per verifiche e controlli e unificando il procedimento amministrativo semplificato per tutto il territorio nazionale con il riordino della normativa in unico testo.

Infine si chiede una maggiore spinta verso il telelavoro e una cabina di regìa pr la sperimentazione di servizi avanzati al cittadino con smart grid e smart cities. Confindustria digitale si dichiara d’accordo con l’Agcom, ma la sensazione è quella di un film già visto. Forse, per un po’, bisognerà accontentarsi dei 400 milioni stanziati dal Governo per la banda larga al Sud.

 

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