20/11/2015 di Redazione

La roadmap di Oracle per arrivare alla maturità del cloud

L’offerta dell’azienda si basa su sei pilastri, tra cui spiccano compatibilità e standard, per garantire un portafoglio completo e trasversale, che tocchi SaaS, PaaS e IaaS. Il colosso statunitense vuole cavalcare questa fase di transizione, per provare a

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Per sopravvivere sul mercato al giorno d’oggi è necessario trasformarsi. Le aziende dovrebbero saperlo, anche se il condizionale è d’obbligo perché, soprattutto in Italia, sembra che gli investimenti in campo tecnologico diminuiscano. Ma, senza spesa, è difficile evolversi. Non solo: bisogna anche riuscire a spendere bene. Eppure, i costi più alti vengono sostenuti dalle imprese per aggiornare sistemi vecchi, che drenano quindi la maggior parte delle risorse a disposizione. La parte rimanente del budget viene poi destinata a sicurezza e compliance. “Ci troviamo in una fase di stallo, ma esiste una tecnologia capace di rompere gli schemi: il cloud”, afferma Fabio Spoletini, country manager di Oracle Italia, intervenuto durante l’evento Cloud Day organizzato dall’azienda statunitense a Milano. “La nuvola consente di recuperare in efficienza, togliendo investimenti upfront e lasciando risorse per concentrarsi su nuovi servizi applicativi, che oggi nascono ormai quasi tutti come Software-as-a-Service”.

Oracle è intenzionata a riservarsi un ruolo di primo piano nella “battaglia” per il cloud, che si dipanerà da qui ai prossimi dieci anni. “Tra circa un decennio queste tecnologie saranno ormai entrate nel Dna di tutte le aziende, ci troviamo ancora in una fase di transizione”, aggiunge Spoletini, che fa anche una previsione. “Nel 2025 l’80% del mercato sarà dominato da due player: speriamo di fare parte di quella coppia”.

Superati ormai i tempi in cui il fondatore del colosso californiano, Larry Ellison, riservava giudizi non proprio favorevoli alla nuvola, Oracle è “pronta a guidare la transizione” basando la propria offerta su sei pilastri: costi, affidabilità, performance, standard, compatibilità e sicurezza. Pur essendo tutte caratteristiche fondamentali, l’attenzione si è concentrata in particolar modo su due punti: compatibilità, che deve assicurare uno spostamento semplice e veloce di servizi e applicazioni dall’on-premise al cloud (e viceversa), senza lock in; standard, per garantire l’interoperabilità su piattaforme e con linguaggi completamente differenti.

 

Fabio Spoletini, country manager di Oracle Italia

 

“Un’offerta cloud completa mette a disposizione SaaS, PaaS e IaaS, perché le applicazioni moderne non nascono e muoiono soltanto sul modello Software-as-a-Service. È fondamentale inoltre non sbagliare neanche un singolo passo: il cloud è virale, commettere errori può significare anche giocarsi la reputazione”, sottolinea Spoletini.

Tra le ultime novità sviluppate dal vendor per la nuvola si trova anche un aggiornamento alla soluzione Cloud Platform for Integration, una suite completa di servizi che semplifica l'integrazione di applicazioni e servizi per le applicazioni in cloud e on-premise, oltre che per i dispositivi mobile e dell’Internet delle cose. Durante l’OpenWorld di fine ottobre, inoltre, Oracle ha presentato il nuovo microprocessore Sparc M7, progettato con funzionalità di intrusion detection e di crittografia dei dati già nella componente in silicio.

In arrivo anche la figura del Customer success manager, voluta dall’azienda di Redwood Shores per supportare i clienti durante la fase di post vendita e assicurarsi che i progetti realizzati con tecnologie cloud vengano gestiti in maniera ottimale. “Non dobbiamo poi dimenticarci dei partner, che dovranno specializzarsi sempre più per garantire la soddisfazione delle imprese”, conclude Spoletini.

 

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