06/08/2019 di Redazione

La sicurezza per le email batte bandiera tricolore

Libraesva è un’azienda nata e cresciuta in Italia, che ha saputo farsi largo in un mercato complesso e affollato. Paolo Frizzi, Ceo e fondatore della società, racconta lo stato dell’arte e le prospettive di crescita verso la fascia più alta dell’utenza bu

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Scandagliando il mercato dell’information technology, perlopiù dominato da aziende di radice nordamericana, non è semplice trovare realtà nazionali che siano riuscite a superare i confini del presidio locale. Se poi ci si concentra nell’affollato mercato della cybersecurity, possiamo parlare di vere e proprie rarità.

Fa eccezione Libraesva, società nata in Lombardia una ventina di anni fa, che non solo ha affrontato di petto un comparto complesso e competitivo come quello dell’email security, ma è riuscita a consolidare la propria presenza dapprima nel mondo delle Pmi e, più di recente, ha iniziato a espandersi verso la fascia enterprise. Con il Ceo e fondatore Paolo Frizzi, abbiamo provato ad analizzare lo scenario nel quale l’azienda opera e le prospettive a breve e medio termine.

Protezione e filtraggio dei messaggi di posta elettronica sono concetti ormai assimilati dalle aziende. Quali sono i nervi ancora scoperti e, quindi, lo spazio per una realtà come la vostra?

Si tratta di un mercato di sostituzione e ne siamo consapevoli. Rispetto a competitor che fanno molte altre cose, noi siamo specialisti della materia. Le modalità di attacco via email si sono evolute e lo spear phishing rappresenta un problema complesso da affrontare. Le credenziali di invio dei messaggi malevoli sono reali, in questi casi, e i classici strumenti di filtering spesso non riescono a bloccarli. Si tende a spostare la responsabilità sull’utente, facendo formazione e lavorando sulla sua sensibilizzazione, ma è importante anche aumentare la sicurezza a monte. Libraesva ha sviluppato una tecnologia proprietaria che minimizza i falsi positivi, con risultati comprovati, tant’è che Palo Alto Networks ha stretto con noi un accordo tecnologico che ci consente di integrare nella loro soluzione la nostra sandbox. Il nostro approccio è più proattivo, perché si fonda sull’analisi in linea allo scopo di individuare un malware prima che inizi ad agire, monitorando anche le tecniche di occultamento sempre più utilizzate.

Paolo Frizzi, Ceo e fondatore di Libraesva

L’utilizzo più diffuso dei dispositivi mobili aumenta la complessità sul fronte della protezione?

Gli smartphone o i tablet sono endpoint come gli altri. Ma hanno peculiarità distintive che iniziano a essere sfruttate dagli attaccanti. Il display più piccolo, per esempio, rende ancor più problematico individuare un phishing e poi psicologicamente l’attenzione dell’utente è minore. Ci sono ormai molte pagine con malware integrato, che agiscono solo su dispositivi mobili per sfruttare questa porta d’accesso.

Numerose sono ormai le aziende che hanno migrato in cloud la posta elettronica. Cosa cambia per loro e per il vostro business?

Si tratta di uno strumento esternalizzato quasi per sua natura storica. Non cambia la sostanza dei problemi di protezione, ma la percezione dell’utente è che spostare il problema sul cloud provider significhi aver risolto tutto. Non è così. I miglioramenti sono rilevanti in termini di infrastruttura, ma dal punto di vista della sicurezza ci devono essere le stesse preoccupazioni. Molti clienti utilizzano il nostro layer di protezione per Gmail o Office 365, perché ciò che viene fornito di default si è rivelato insufficiente: Ci integriamo nativamente con le soluzioni cloud per lavorare sul flusso di messaggi esattamente come se si trattasse di una soluzione on premise. Inoltre, anche il nostro servizio viene offerto in cloud, per coerenza con le scelte effettuate dai clienti.

Dove state guardando in termini di ricerca e sviluppo?

Partendo dal presupposto che nessuno è in grado di offrire soluzioni error free, noi stiamo puntando sulla remediation, per fare in modo che le mail infette che comunque raggiungono determinate caselle di posta vengano richiamate direttamente dalla nostra interfaccia, collegata a tutti i sistemi di posta più utilizzati. Per isolare ed eliminare i messaggi prima che inizino ad agire utilizziamo tecniche di machine learning. Poi stiamo lavorando anche sulla componente social del messaging, per migliorare la capacità di capire sempre con chi si sta realmente dialogando.

Qual è il vostro andamento e come vi state evolvendo?

Siamo ben radicati in Italia e qui è concentrato anche tutto il nostro sviluppo tecnologico. Abbiamo iniziato ad allargarci all’estero con l’apertura di una sede in Regno Unito. Il primo semestre 2019 si è chiuso con una crescita del 32% e questo riflette un processo che ci ha portato a collaborare di più con i rivenditori orientati al mercato enterprise. Oggi abbiamo ancora un 80% di installazioni su realtà piccole e medie, ma il 20% restante sta crescendo e soprattutto incide sui risultati, grazie a un valore medio decisamente superiore.

Uno scorcio del laboratorio di ricerca e sviluppo di Libraesva

 

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