24/02/2016 di Redazione

La smart home comincia dalla videosorveglianza e da Arlo by Netgear

Con la prima videocamera wireless da interni ed esterni e con la nuova Arlo Q, l’azienda statunitense di networking esplora un mercato nuovo, in cui ha già venduto un milione di dispositivi. E punta all’utenza domestica, ma anche agli uffici desiderosi di

immagine.jpg

Ancora prima dei termostati, delle lampadine e degli elettrodomestici intelligenti, l’occhio della videosorveglianza sta trasformando le abitazioni in smart home e gli uffici in luoghi di lavoro più protetti dalle intrusioni e controllabili a distanza. Un segmento di mercato in cui Netgear è entrata a inizio 2015, partendo dagli Stati Uniti e arrivando poi, circa nove mesi fa, anche in Europa. Con una nuova linea di offerta, Arlo by Netgear, il vendor di San José (meglio conosciuto per i suoi router, switch, firewall e telefoni IP) sta puntando su prodotti indirizzati alle piccole aziende, ai professionisti e all’utenza domestica, ma con un posizionamento più alto rispetto alla concorrenza. “Nel mondo della videosorveglianza, oggi la caratteristica più richiesta dai clienti è la qualità dei video”, spiega Pat Collins, vice president della divisione Home Automation Products, R&D - Home Monitoring di Netgear, di tappa in Italia in mezzo a un intenso giro promozionale in diverse città europee. “Può sembrare un requisito banale”, sottolinea Collins, “ma non lo è. Il nostro primo focus è proprio sulla qualità dell’immagine, il che significa anche visione notturna, oltre che sulla user experience”.

Valori tradotti nel primo dispositivo lanciato a gennaio 2015, una videocamera da interni e da esterni completamente wireless, e ribaditi ora con il recente debutto di Arlo Q, un modello in grado di catturare filmati a 1080 p, cioè in risoluzione Hd, completi di audio. Diverse le caratteristiche distintive, che ne giustificano il prezzo (intorno ai 220 euro): la Cpu potente, la presenza del canale audio e della funzione push-to-talk, i 130 gradi dell’angolo di visione, la possibilità di effettuare e salvare nel cloud sette giorni continui di registrazioni (nell’offerta basica gratuita, e con estensioni a pagamento per due settimane o un mese di registrazioni). Il tutto è gestibile via smartphone o tablet, attraverso un’applicazione mobile (per Android e iOS) o tramite accesso Web: un punto di osservazione completo, da cui si può tener d’occhio una stanza o il portone d’ingresso o anche una specifica area, ricevendo allerte nel caso di movimenti sospetti.

“L’anno scorso distribuito un milione di videocamere”, sottolinea Collins, facendo riferimento al conteggio dei singoli dispositivi (i modelli wireless sono proposti anche in kit). “Il 70% dei volumi è stato realizzato negli Stati Uniti, dove il nostro principale competitor è Nest, mentre in Europa siamo arrivati a distanza di tre mesi, posizionandoci bene soprattutto in Germania e Francia. In Italia al momento siamo secondi dietro a D-Link, che ha un posizionamento di prezzo diverso dal nostro, e stiamo crescendo”.

 

Il modello wireless (a sinistra) e Arlo Q

 

La maggior parte della clientela è di tipo residenziale, ma il vice president sottolinea come i requisiti ideali per l’utilizzo domestico siano i medesimi richiesti dalle piccole e piccolissime aziende: la facilità di installazione, uso e manutenzione del prodotto, l’affidabilità e l’accessibilità da mobile. “Oltre che sul miglioramento della tecnologia, il nostro focus per i prossimi mesi sarà centrato sulla user experience, sulle funzionalità cloud e sull’aggiunta di ulteriori capacità nell’applicazione mobile”, prosegue Collins. “Una di queste sarà il supporto all’Ifttt, molto richiesto dagli utenti della nostra community. Inoltre aggiungeremo funzionalità di geofancing, con cui sarà possibile attivare e disattivare la videocamera quando ci si avvicina o ci si allontana da essa. Nel complesso, entro la fine di quest’anno abbiamo in progetto l’aggiunta di una ventina di nuove funzioni. Un ulteriore focus sarà sull’analisi dei dati”.

Con queste premesse e promesse, possiamo dunque considerare la smart home non più come un lusso tecnologico, ma come un’innovazione accessibile su larga scala? “Oggi la domotica è ancora poco diffusa”, riflette Collins, “e rappresentata soprattutto dai termostati intelligenti e, a seguire, dalle smart plug e dai sistemi di controllo delle tapparelle. Non si tratta certo di un fenomeno di massa, anche perché gli utenti tendono ancora a calcolare il costo/beneficio di ogni soluzione prima di acquistarla. È comunque un fenomeno che sta crescendo, trainato soprattutto dal desiderio di maggiore sicurezza”. La videosorveglianza “facile” di Arlo è qui per esaudirlo.

 

ARTICOLI CORRELATI