20/08/2018 di Redazione

La Ue prepara una nuova norma per arginare il proselitismo online

Approderà a settembre all’Europarlamento un articolato di legge per obbligare siti e social network a rimuovere entro un’ora i contenuti violenti o incitanti al terrorismo. Non mancheranno sicuramente le critiche alla proposta della Commissione.

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L’Unione Europea vuol dare un giro di vite alla diffusione di materiale violento e di incitamento al terrorismo sui social network. Intervistato dal Financial Times, il Commissario Ue per la sicurezza Julian King ha parlato di una nuova proposta di legge, che approderà in aula a settembre, per costringere colossi come Facebook e Twitter a intervenire entro un’ora dalla segnalazione di contenuti inappropriati. Secondo King, le piattaforme social non avrebbero fatto abbastanza per contrastare, ad esempio, la diffusione di post e materiale inneggianti all’estremismo. Le aziende che non risponderanno con solerzia ai solleciti potrebbero anche venire multate, ha aggiunto il Commissario. Secondo la bozza di legge, le società dovrebbero anche far revisionare i contenuti da un operatore in carne e ossa prima di procedere all’eventuale rimozione.

Detta così, non sembrano esserci novità sotto il cielo dei social network che, soprattutto negli ultimi tempi, hanno dovuto attrezzarsi per arginare l’inquietante fenomeno del proselitismo online. Secondo King, le novità che verranno proposte dall’Unione Europea serviranno per dare certezza giuridica e si applicheranno ai siti Web di ogni dimensione.

Il lavoro di giganti come Facebook, Twitter e Yotube è certamente facilitato dall’immensa disponibilità economica di cui dispongono, per cui le realtà più piccole faranno sicuramente più fatica ad adattarsi al nuovo regolamento. La piattaforma di video streaming di proprietà di Google, per esempio, ha dichiarato poco tempo fa di riuscire a cancellare il 76 per cento di filmati inappropriati ancora prima che ricevessero una visualizzazione.

Il regolamento di cui ha parlato King al Financial Times, comunque, dovrà essere discusso all’Europarlamento e poi votato dai singoli paesi della Ue. È probabile che le idee della Commissione vengano modificate, in modo da aggirare le facili critiche che potrebbero piovere addosso a una norma di questo genere. In particolare nell’ambito della censura, sempre dietro l’angolo quando si tratta di temi così scottanti come la propaganda.

 

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