17/09/2010 di Redazione

La UE vuole una rete in fibra ottica aperta e neutra

Le anticipazioni sugli orientamenti per la NGA, Next Generation Access Network, che la Commissione Europea trasformerà in raccomandazioni ai 27 Paesi UE, indicano la scelta di fondo: le infrastrutture per la rete in fibra ottica siano condivisibili e gli

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Sul Financial Times era comparsa due giorni fa una indiscrezione su un documento della Commissione Europea, esaminato da Daniele Lepido sul Sole24Ore di ieri, sull'orientamento della UE a proposito della Next Generation Access Networks, NGA.

Da quanto si apprende si tratta di un documento finale nella sua elaborazione ma provvisorio perché non costituisce di per sé una decisione della Commissione che dovrebbe anzi avviarne l'esame settimana prossima.

Palazzo Berlaymont il palazzo delle decisioni per l'Unione Europea


Quale novità porta nel dibattito in corso in Italia a proposito delle "Linee Guida" elaborate da Francesco Vatalaro, professore di Telecomunicazioni all'Università La Sapienza di Roma, presidente del Comitato NGN su incarico dell'AGCOM, l'Autorità Garante delle Comunicazioni?

Che cosa aggiunge oppure oppone alle contestazioni che Aiip, Vodafone, Fastweb, Wind, TeleTu, Tiscali, Welcome Italia e British Telecom hanno fatto al documento di Vatalaro che non ha recepito i loro punti di vista?  (vedi Cosa vogliono gli operatori anti-Comitato NGN? e anche Comitato NGN: è tutto sbagliato è tutto da rifare e infine Il Comitato NGN dà suggerimenti inutili all'AGCOM)

La novità è soprattutto una e di grande rilievo: la Commissione Europea ritiene che occorre fare ogni sforzo per accelerare la nascita di un mercato competitivo anche per la Next Generation Network.

Il cardine sul quale ruota il ragionamento è una similitudine: quanto si è riusciti a fare nell'aprire e rendere un mercato competitivo la rete in rame dalle precedenti posizioni monopolistiche dell'operatore incumbent, altrettanto occorre fare per la NGA in fibra ottica.

La rete in fibra deve essere sostanzialmente neutra nei diritti, aperta a tutti coloro che vogliono veicolarvi servizi, con una corretta remunerazione per chi l'ha impiantata e la gestisce. Questo perché fare una rete in fibra costa così tanti soldi che occorre condividere quanto più possibile spese e investimenti. Per cui le Autorità nazionali favoriscano circostanze di coinvestimento e aggregazioni tra operatori. Fermo restando la neutralità e il diritto di transito per tutti con la equa remunerazione del proprietario.

Questo è un discorso difficilissimo e durissimo per le orecchie degli incumbent. Deutsche Telekom, per fare un esempio, aveva espressamente fatto presente il proprio punto di vista: "rete nuova, regole nuove", "Sulla mia fibra faccio passare chi dico io e al prezzo che dico io". Pensieri non lontanissimi da alcune espressioni formulate mesi fa anche da Telecom Italia e poi mitigate da una cauta apertura a quanto sarebbe emerso sia dal Comitato NGN, consigliore dell'AGCOM, sia dal "tavolo tecnico" organizzato dal sottosegretario Paolo Romani, che si occupa di Comunicazione.

Nel documento della Commissione Europea si rimanda all'orientamento al costo per la valutazione dell'utilizzo delle infrastrutture civili, si ricopia nell'unbundling della fibra quanto s'è fatto e si fa con il doppino di rame, i prezzi praticati dai proprietari della fibra non devono essere discriminatori dei richiedenti, ci deve essere un margine tra i prezzi all'ingrosso e la vendita al dettaglio così che anche terze parti possano entrare nel mercato e fare le proprie offerte di servizi, chi pone la fibra deve metterne in abbondanza o lasciare spazio nei cavidotti perché altri mettano propria fibra.

Insomma, molte indicazioni di dettaglio fornite ai Regolatori Nazionali perché si crei sostanzialmente un network europeo regolato quanto più possibile allo stesso modo e senza eccessive differenze nazionali tra i 27 Paesi.

E per quanto riguarda il passaggio dal rame alla fibra la raccomandazione della UE è di fare un "transparent framework" per la migrazione, con tanto di fasi e procedure e informazioni sui sistemi operativi così che gli operatori alternativi siano facilitati nel passaggio da un mondo all'altro.

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