Il frutto del compromesso fra Microsoft e la Cina è ormai maturato: la versione di Windows 10 customizzata per il governo di Pechino è pronta. A detta del Wall Street Journal è terminata l'opera di modifica del sistema operativo iniziata circa un anno fa ed eseguita a quattro mani dalla società di Redmond e dal China Electronics Technology Group, cioè con la costola informatica del governo locale. La finalità di questa collaborazione, avviata a fine 2015 attraverso una vera e propria joint-venture, erano già note: modificare il software del sistema operativo per renderlo più sicuro e impenetrabile di fronte agli attacchi informatici e alle attività di cyberspionaggio. Leggasi: la specialità di Nsa, Cia ed Fbi.
I rapporti fra Redmond e Pechino, d'altra parte, non sono mai stati idilliaci. Nel 2014 Windows 8 era stato messo al bando dal governo cinese, che ne aveva impedito l'utilizzo su Pc appartenenti a funzionari statali per “preoccupazioni di sicurezza”. Nel caso specifico rientravano anche problemi legati alla fine del supporto di Windows Xp e alla proliferante installazione di software pirata. E non erano mancati tentativi di sviluppare versioni alternative a Xp, come Kylin (nel 2013, realizzato insieme a Ubuntu) e NeoKylin (nel 2015), entrambe basate su Linux e mai attecchite su larga scala.
Ora si torna su binari ufficiali, con una versione di Windows 10 che è, sì, diversa da quella standard ma creata e verificata da Microsoft. In che cosa consistano le modifiche non è chiaro: voci circolate un anno fa parlavano di una piattaforma software epurata da alcuni servizi e applicazioni normalmente disponibili e, per contro, potenziata con strumenti di gestione e sicurezza aggiuntivi.
Fuori dal Paese del Dragone, intanto, gli utenti Windows sono in attesa del Creators Update: un aggiornamento che introdurrà novità di rilievo in programmi come Edge, Cortana e Paint, oltre ai miglioramenti nel processo di download e installazione dei futuri update.