10/05/2011 di Redazione

Lanci: i motivi per cui ho lasciato Acer

Gianfranco Lanci, l'ex-AD di Acer, ha spiegato a Mobilized che avrebbe voluto rendere Acer un'azienda più globale. Mancavano all'appello almeno 500 ingegneri specializzati che Taiwan non avrebbe potuto offrire.

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Gianfranco Lanci, l'ex-AD di Acer, ha finalmente svelato i retroscena delle sue dimissioni: avrebbe voluto globalizzare l'azienda, ma il CdA non era d'accordo. In una recente intervista pubblicata sulla testata Mobilized, Lanci ha spiegato che con la riduzione del potere di Intel e Microsoft era evidente che bisognava acquistare autonomia. "In quel momento, avevo già capito che per diventare un protagonista di questo nuovo mondo, avremmo dovuto fare un certo tipo di investimenti, soprattutto in software, smartphone e tablet e soluzioni touch", ha dichiarato l'ex dirigente.

Lanci, ex-AD di Acer

Per fare questo però era evidente l'esigenza di passare dai 300/400 ingegneri attuali ad almeno 1.000, magari specializzati per lo più in software e integrazione hardware. "Il problema più grande è che non era possibile fare questo a Taiwan", ha aggiunto Lanci. "Avevamo bisogno di andare oltre i confini, quindi in Cina o India o anche negli Stati Uniti o Europa, in ogni luogo dove puoi trovare risorse software, e know-how applicativo".

In pratica il board aveva timore che Lanci puntasse a rendere meno taiwanese l'azienda. "Si tratta solo di globalizzazione. Se volevamo essere tra i primi tre (produttori di PC) nei prossimi tre o cinque anni, avevamo bisogno di essere un'azienda globale e fare leva sulle risorse a prescindere del luogo".
Ovviamente quando Lanci è stato accompagnato alla porta a Taiwan qualcuno ha parlato di troppe smanie di potere e controllo senza risultati. Ma giustamente Lanci ha fatto notare che la sua gestione negli ultimi otto anni ha portato l'azienda da 10 miliardi a 20 miliardi. Entro il 2015 Acer avrebbe potuto raggiungere i 30 miliardi.

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