25/02/2019 di Redazione

Le applicazioni critiche non tremano più grazie a Pure Storage

L’azienda aggiorna Purity 5.2 con la funzionalità Directflash Fabric, rendendo disponibile Nvme-of Roce per aiutare le aziende a unificare agli ambienti cloud. In arrivo anche la piattaforma di protezione dei dati Objectengine.

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Pure Storage punta sempre più sulle prestazioni dei propri FlashArray//X. Con il rilascio del “sistema operativo” Purity 5.2 l’azienda ha introdotto Directflash Fabric per il supporto end-to-end dei protocolli Nvme e Nvme-of nei propri sistemi. La funzionalità migliora le performance delle applicazioni critiche e web-scale, tradizionalmente affidate allo storage direct-attached (Das). Il vendor è quindi il primo produttore di soluzioni di archiviazione enterprise a supportare Nvme-oF Roce (Rdma over Converged Ethernet). Directflash Fabric, infatti, ottimizza la connessione tra storage controller e host collegati su reti veloci, rendendo il protocollo Ethernet una delle opzioni più valide per l’archiviazione nei data center.

Le altre soluzioni oggi esistenti potrebbero non disporre di tutte le funzionalità enterprise o potrebbero utilizzare Nvme over Fabric con Fibre Channel anziché la tecnologia Roce, che riduce la latenza del 50 per cento rispetto a iScsi. Con l’aggiornamento, Pure estende il Directflash agli ambienti Nvme over Fabric, aumentando l'efficienza attraverso la rete. I principali casi d’uso sono Red Hat Enterprise Linux e applicazioni web-scale cloud-native come Mongodb, Cassandra e Mariadb, che possono così sfruttare i vantaggi e l'efficienza dello storage condiviso.

FlashArray//X supporta Nvme end-to-end sulle porte Ethernet 25G e 50G. L'interoperabilità con schede Nic compatibili con Nvme-of è già disponibile o prevista da parte di produttori come Broadcom, Cisco, Marvell e Mellanox.

Pure ha introdotto anche Objectengine, piattaforma di protezione dei dati progettata appositamente per flash e cloud. Sviluppata partendo dalle tecnologie di deduplica cloud-native di Storreduce, azienda acquisita lo scorso anno, Objectengine unifica ulteriormente il cloud e l’on-premise grazie a backup e ripristino rapidi e senza interruzioni.

Le aziende possono quindi ricorrere a un approccio “flash-to-flash-to-cloud” al posto del tradizionale “disk-to-disk-to-tape”, che implica la memorizzazione dei dati caldi su disco e di quelli freddi o di backup su nastro. È così possibile soddisfare Sla sempre più rigorosi, con un modello a consumo, senza alcuna modifica nel flusso del backup esistente. La soluzione sarà disponibile nelle configurazioni Objectengine//A e Objectengine//Cloud.

La prima, in arrivo a marzo, offre prestazioni di backup da 25 TB per ora e da 15 TB per ora di performance di ripristino e, secondo Pure, riduce i costi dell’archiviazione e della banda fino al 97 per cento. La seconda, invece, mette a disposizione la piattaforma Object Fabric, l’interfaccia nativa con Amazon Web Services S3 per integrazione e portabilità dei dati, un singolo namespace globale e una scalabilità quasi lineare per prestazioni di oltre 100 petabyte e 100 terabyte per ora nel cloud. Il lancio ufficiale è previsto nella seconda metà dell’anno.

 

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