Le esigenze flessibili del cliente nell’era del cloud ibrido
I vendor, oggi più che mai, devono pensare innanzitutto agli interessi delle imprese, proponendo di volta in volta progetti ad alto tasso di flessibilità. In particolare nei processi di migrazione sulla nuvola. Sandro Profeti, marketing & communication manager di Unify Italy disegna tre scenari possibili.
Pubblicato il 08 gennaio 2018 da Redazione

Il tema della flessibilità non riguarda soltanto il modo di lavorare dei dipendenti, ma investe anche molti altri campi. Il settore tecnologico non è da meno, in particolar modo nel mercato di oggi, in cui la necessità di seguire tutti gli ultimi trend è un elemento imprescindibile per avere successo. Ma i decisori It si trovano a dover compiere delle scelte sempre più difficili, che se valutate con troppa fretta potrebbero impattare negativamente le prestazioni dei sistemi e gli investimenti effettuati. Ecco quindi che i vendor di soluzioni tecnologiche dovrebbero tramutarsi nei consiglieri più fidati per le aziende, senza pensare unicamente ai propri interessi e proponendo alternative flessibili, che più si adattino agli specifici bisogni delle imprese. La chiave, secondo Sandro Profeti, marketing & communication manager di Unify Italy è da cercare nell’approccio hybrid cloud, in grado di portare libertà di scelta, stimolare l’evoluzione e offrire più valore.
Sandro Profeti, marketing & communication manager di Unify Italy
La nostra ricerca sul “New Way to Work” ha mostrato come i dipendenti tendenzialmente apprezzino forme di lavoro flessibili (come la possibilità di lavorare ovunque e avere un orario non fisso), anche di più rispetto ad aumenti dello stipendio di due cifre percentuali. Non dovrebbe sorprendere quindi che la parola flessibilità sia tenuta in grande considerazione anche nella scelta delle soluzioni Ict. Proviamo ad immaginare la situazione in cui si può trovare oggi un It manager: non appena una nuova applicazione inizia a funzionare bene nella versione on-premise, il vendor di riferimento comincia a spingere per la prossima evoluzione, promuovendo il passaggio di tutto il servizio e di tutti gli utenti nel cloud pubblico.
Questa ipotesi può sicuramente essere conveniente per il vendor, ma non è detto che lo sia anche per il cliente: dietro l’angolo si possono infatti nascondere interruzioni del servizio, il congelamento degli investimenti e un’integrazione farraginosa. Inoltre, la scarsa flessibilità nell’approccio alla migrazione non va certo a vantaggio degli interessi del cliente né nella possibilità di implementare il progetto nel modo più efficace. Ecco perché la flessibilità porta libertà di scelta, stimola l’evoluzione e offre più valore.
Alcuni vendor propongono solamente una soluzione, vale a dire l’abbandono dei sistemi esistenti e il passaggio al public cloud. Crediamo che offrire un approccio differente porti invece maggior valore. Ecco alcuni esempi che illustrano cosa intendiamo. Innanzitutto, il primo scenario ha per protagoniste le aziende che dispongono di sistemi voce on-premise, moderni e performanti. Perché allora abbandonarli nel momento in cui si decide di aggiungere innovative applicazioni Web-based per la collaborazione tra i team?
Non è infatti è necessario gettare questo investimento. C’è una soluzione più intelligente, sotto forma di connettori dedicati che rendono possibile il collegamento dei sistemi locali con il cloud pubblico, in modo che tutto funzioni comunque alla perfezione. La seconda ipotesi è la seguente: l’impresa apprezza i benefici in termini di sicurezza dati dall’utilizzo di determinate applicazioni in un contesto di cloud privato gestito in-house, ma al contempo intende adottare soluzioni innovative Web-based di comunicazione e collaborazione disponibili sulla nuvola pubblica.
Anche in questo caso la possibilità di far funzionare le soluzioni che richiedono un data center nel contesto che si ritiene più adeguato (o di farle operare da altri, come un managed service) è sicuramente un vantaggio. Infine, c’è l’ultimo scenario: i vendor che, come unica strategia, hanno quella di usare un “martello” e per i clienti vedono unicamente il ruolo del “chiodo”. Per fortuna esistono anche altri approcci.
Sappiamo che le aziende hanno infrastrutture differenti, diverse modalità operative quando si parla di migrazione, e dispongono di tecnologie di vendor differenti. Nella realizzazione di un nuovo progetto è necessario tenere in considerazione tutto questo, non solo per proteggere gli investimenti, ma soprattutto per far lavorare al meglio e insieme i diversi sistemi. Anche in futuro.
Alla fine, l’elemento fondamentale è mantenere il cliente al centro delle attività. E quindi ascoltare e comprendere le sue necessità, piuttosto che limitarsi a spingere il proprio piano di lavoro. Se questo si verifica, le imprese hanno un controllo maggiore sulle loro prospettive e adottano soluzioni che rispondono solo alle loro necessità, non a quelle dei fornitori.
UNIFY
- Le esigenze flessibili del cliente nell’era del cloud ibrido
- Il digital workplace al centro degli sviluppi di Unify
- Storage e protezione dei dati, i primi passi insieme di Dell e Emc
- Auto smart, schermi flessibili e on demand: i temi dell’anno
- Unify lancia il nuovo programma di canale e cerca nuovi partner
SPUNTI DI VISTA