30/09/2015 di Redazione

Le maglie della rete di Res Academy catturano i giovani progetti

Res, società impegnata nell’ottimizzazione della gestione dei sistemi informativi, ha lanciato il progetto che coltiva le startup italiane per farle crescere, permettendo agli imprenditori “in erba” di concentrarsi esclusivamente sulle proprie idee. Forte

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Una “stampella” per le giovani menti e i loro progetti innovativi. È quello che vuole essere il modello Res Academy, presentato oggi da Res, azienda nata nel 1987 e storicamente impegnata nell’ottimizzazione della gestione dei sistemi informativi. Il progetto, avviato in realtà già all’inizio dell’anno, si basa su due modelli di sviluppo paralleli, ma comunque molto vicini tra loro: Res Academy for Startup e Res Academy for Students. Il terreno comune è quello accademico, punto di partenza ideale e fucina di giovani talenti, con cui fare sinergia per coltivare idee innovative gravitanti attorno al mondo dell’analisi dei dati e delle previsioni di ambito strategico. Res Academy fornisce alle startup un supporto completo, sotto tutti gli aspetti: logistico, tecnologico, amministrativo, di marketing e così via. Senza dimenticare, ovviamente, il lato economico. Res ha infatti intenzione di mettere sul piatto, da oggi fino alla fine del 2018, circa 1,5 milioni di euro in investimenti.

“I giovani potranno così concentrarsi soltanto sulla propria idea, concretizzandola all’interno di un business plan concordato, senza preoccuparsi di molti altri aspetti imprenditoriali che potrebbero rivelarsi destabilizzanti”, commenta Mario Bonelli, presidente di Res. “Ci siamo resi conto che un elevatissimo numero di società neonate non arriva sul mercato perché deve occuparsi anche di tutti gli adempimenti burocratici, fiscali, amministrativi, di compliance, necessari alla vita aziendale”. Se “incubare” una startup è infatti relativamente facile, diventa molto più complicato farla sopravvivere e farla uscire dal limbo. Anche se, specificano da Res, il progetto non vuole sostituirsi agli incubatori presenti nelle università.

Dal punto di vista societario, questa “accademia” è una rete d’imprese, con Res al vertice, in cui le nuove realtà possono sviluppare sinergie e condividere capitale umano e, soprattutto, conoscenza. Con il frizzante mondo universitario di alcuni atenei italiani a rivestire il ruolo di vivaio. L’apripista è stata Bergamo, che ha colto al volo l’occasione di affiancare un’impresa ormai nota nel panorama Ict alle idee dei giovani e oggi coordina anche l’iniziativa con l’Università di Pavia.

 

Fonte: Res

 

“Non si deve più considerare la startup come monade, ma come oggetto simbiotico con le grandi aziende”, aggiunge il prof. Tommaso Minola, direttore del Center for Young and Family Enterprise dell’ateneo bergamasco. “Il nostro centro funziona come punto di raccordo tra la rete di Res Academy e il resto del panorama accademico. Stiamo infatti procedendo allo ‘scouting’ di altri poli universitari interessati all’iniziativa”.

Per essere presenti a pieno titolo nel network, Res e le startup devono sottoscrivere un contratto di rete, la quale ha una sua individualità giuridica e opererà sul mercato sostanzialmente per raggiungere tre obiettivi: supportare le società e coordinarne i progetti, gestire i finanziamenti e proporre i prodotti e servizi di una o più società della rete. Nonostante Res entri come socio di maggioranza nelle giovani realtà, la governance rimane comunque in mano alla startup, così come gli eventuali brevetti che verranno registrati.

“Ovviamente, all’interno di una strategia condivisa”, aggiunge Bonelli. “Ci rivolgiamo anche alle cosiddette Srl semplificate (Srls), introdotte nel 2013, che possono nascere con pochi euro e sono esenti dalla maggior parte delle spese, ma pagano poi svantaggi importanti. Il principale è un difficile accesso al credito. La difficoltà è ‘aggirabile’ istituendo una rete di imprese, secondo noi lo strumento ideale per favorire investimenti in ricerca e sviluppo”. L’organo principale di questo network è un comitato guida (steering committee) composto da otto membri effettivi, che si occupa della valutazione tecnico-scientifica di tutti i progetti delle startup e della definizione dei percorsi di sviluppo delle nuove aziende.

“Vorremmo supportare, una volta a regime, circa otto-dieci Srls contemporaneamente per progetti dalla durata massima di 12-18 mesi: dopo è necessaria la trasformazione in Srl, con capitale da definire. Ovviamente, solo in caso l’azienda dimostri di sopravvivere e di potere arrivare sul mercato”, sottolinea Bonelli. “A fianco di questo filone verranno aggiunte altrettante iniziative, all’interno di Res Academy for Students: tesi, borse di studio, stage e dottorati”. Questa seconda area di sviluppo nasce dalla volontà di Res di mettere a disposizione delle società della rete temi di ricerca avanzata in collaborazione con università italiane e non.

 

 

I protagonisti, comunque, sono sempre loro: i Big Data. A cui fanno da contorno tutte le professioni “del futuro” per analizzarli, comprenderli e sfruttarli, ottenendo forti riscontri nel business. La figura del data scientist è una delle più ricercate e rientra ovviamente nell’ambito dei dottorati di ricerca finanziati da Res. Uno è attivo ad esempio all’Università di Pavia, in collaborazione sempre con l’ateneo di Bergamo. “Analizziamo i Big Data dal punto di vista finanziario e del risk management, prelevandoli dal mare magnum delle informazioni circolanti online”, conclude il prof. Paolo Giudici, del Dipartimento di Economia pavese. “Tra le altre cose, siamo riusciti a elaborare un indice per stimare il rischio di credito degli istituti finanziari, basandoci anche sui tweet di carattere economico presenti sul social network”.

 

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