06/06/2019 di Redazione

Le nuvole di Oracle e Microsoft si stringono la mano

Nuova partnership fra le due aziende: i clienti potranno spostare carichi di lavoro critici da una piattaforma all’altra grazie a connessioni dirette e ad alta velocità. In arrivo nuovi servizi per agevolare l’integrazione.

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Il cloud di Microsoft e quello di Oracle ora sono più vicini. I due colossi hi-tech hanno annunciato una nuova collaborazione per consentire alle imprese di far migrare carichi di lavoro da Azure al cloud di Oracle (e viceversa) con la minor frizione possibile. Le aziende potranno inoltre collegare fra loro servizi Microsoft, come quelli di analytics e di intelligenza artificiale, alle soluzioni off-premise della società californiana, come l’Autonomous Database. I due vendor hanno così cercato di creare un unico punto di accesso per offrire ai clienti il meglio dei propri mondi. La collaborazione mette a disposizione una connettività diretta e ad alta velocità fra le due nuvole, allo scopo di garantire la massima interoperabilità fra i diversi ambienti. Per ora il servizio è erogato soltanto nei data center di Ashburn (regione North America) e nella zona Azure Us East, anche se è già prevista un’espansione per il futuro.

Ma la partnership non è l’unico annuncio fatto in queste ore da Microsoft e Oracle. I due giganti hanno svelato anche delle nuove soluzioni per facilitare l’integrazione fra le proprie piattaforme. Per esempio, i clienti potranno accedere con single sign-on a tutti i servizi, con gestione unificata degli accessi e delle identità. È disponibile in anteprima pubblica anche una funzionalità che permette di utilizzare Azure Active Directory come provider di identità per le applicazioni Oracle.

È previsto inoltre un supporto speciale per il deployment di applicativi personalizzati e di software particolare di Oracle (Jd Edwards EnterpriseOne, E-Business Suite, Peoplesoft, Oracle Retail, Hyperion) su Azure tramite database Rac, Exadata e Autonomous. Infine, tutti i database dell’azienda californiana continueranno a essere certificati per l’esecuzione sul cloud di Microsoft in diversi ambienti, fra cui Windows Server e Oracle Linux.

 

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