05/06/2019 di Redazione

Le occasioni colte e le occasioni mancate delle startup italiane

Riparte, per il terzo anno, il progetto di Italian Trade Agency e Tilt: le startup selezionate andranno a caccia di investitori al Ces di Las Vegas. Ma alle realtà nostrane manca la capacità di guardare lontano.

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Non si parla mai abbastanza di startup, anche in Italia, eppure raramente si dicono le cose come stanno. E cioè che le buone idee non mancano, mentre spesso scarseggia la capacità di farle crescere, trovando investitori e definendo strategie fattibili. Bisogna farsi aiutare, e a questo servono gli incubatori, ma per chi ha grandi ambizioni questo potrebbe non bastare: è necessario allargare lo sguardo, oltre i confini italiani, non prima di essersi preparati a dovere per calcare un palcoscenico internazionale. Come quello del Ces, il Consumer Electronic Show di Las Vegas, probabilmente la più importante fiera mondiale della tecnologia. Questo è da due anni il compito della “Missione italiana a Las Vegas”, iniziativa organizzata dalla Italian Trade Agency (Ita) insieme a Tilt (il progetto di incubazione di Teorema Engineering e dell’ente nazionale di ricerca Area Science Park).

 

L’idea è quella di portare al Ces le idee imprenditoriali più promettenti, selezionate attraverso un bando di gara, favorendo l’incontro con potenziali investitori. Non pochi, visto che nell’edizione 2019 della fiera, svoltasi in gennaio, all’evento di presentazione delle startup sono intervenuti circa duecento tra investitori e grandi imprese statunitensi.

 

La delegazione italiana comprendeva una cinquantina di startup, che - un po’ paradossalmente - hanno potuto mostrarsi e “fare networking”, come si suol dire, soprattutto con potenziali investitori provenienti anch’essi dallo Stivale. “Per assurdo, questi giovani vanno a Las Vegas per poter parlare con investitori italiani che nel loro Paese non riescono a incontrare”, ha sottolineato Michele Balbi, presidente di Teorema, durante un recente evento stampa. “Al Ces 2019 abbiamo dimostrato che l’Italia non è solo sinonimo di cibo e di lusso, ma anche di tecnologia”.

 

A prescindere dalla nazionalità dell’investitore, quel che è certo è che bisogna allargare lo sguardo e le ambizioni. “Oggi il campo di gioco di una startup che voglia ingrandirsi è un campo internazionale”, ha fatto notare Riccardo Porro, chief operations officer di Cariplo Factory, uno dei nuovi partner dell’iniziativa nell’edizione di quest’anno. “Vediamo startup italiane che non hanno nulla da invidiare a quella americane dal punto di vista del talento dei loro fondatori, ma che spesso hanno il limite di ragionare i piccolo, in termini locali”.

 

 

Per aiutare gli aspiranti imprenditori a smettere di ragionare in piccolo, allora, il progetto di “Missione italiana a Las Vegas” è ripartito anche quest’anno con un nuovo bando di gara, aperto sia ai nuovi soggetti sia alle startup che già figuravano nella delegazione dell’ultimo Ces. Dal 15 giugno al 30 luglio sarà possibile inviare le candidature, sperando di rientrare nella prima scrematura che porterà le selezionate a frequentare, da settembre a novembre, i cinque workshop della Tilt Academy. Il corso di formazione, propedeutico alla spedizione a Las Vegas, quest’anno sarà realizzato con il contributo di e-Novia, B-Heroes e Cariplo Factory e si focalizzerà su tematiche di business planning, sull’interazione con gli investitori e su consigli pratici per trarre il massimo dalla partecipazione al Consumer Electronic Show. Al termine del corso, gli organizzatori selezioneranno tramite contest i progetti più interessanti, cioè i vincitori da includere nella delegazione.

 

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