Al mondo circolano oltre due miliardi di dispositivi Android. Forse non tutti sanno che Google, pur essendo un ottimo guardiano e controllando quindi in modo certosino il rilascio della piattaforma ai partner Oem, non riesce però a monitorare la miriade di produttori che utilizzano l’ecosistema del robottino verde. Un discorso che vale soprattutto per moltissime aziende cinesi nate come funghi per realizzare dispositivi a bassissimo costo, da vendere poi sul mercato locale. Ma, per provare a contrastare in qualche modo questo fenomeno, il colosso di Mountain View ha deciso di applicare un bollino di qualità ai device certificati Android. D’ora in poi, infatti, sulle confezioni di smartphone e tablet validati da Big G verrà posizionato il logo Google Play Protect (a forma di scudo verde).
L’obiettivo è far capire subito all’utente che il prodotto in questione integra alcune funzionalità di base come la scansione di virus e malware e la possibilità di rintracciare il terminale con il servizio “Trova il mio dispositivo”. Play Protect è stato presentato in pompa magna a inizio agosto ed è attivo di default su tutti i device dotati dei Mobile Services versione 11 o successiva. Va da sé che i grandi vendor, come Samsung, Huawei, Lg, Asus e così via sono già certificati de facto e mettono a disposizione degli utenti l’intero set di funzionalità.
I test che Big G conduce con Oem e sviluppatori assicurano la stabilità del software e la migliore esperienza utente possibile, oltre a garantire che le applicazioni preinstallate sui device siano autentiche e che il Play Store funzioni a dovere. Google dichiara di controllare, ogni giorno, circa cinquanta miliardi di app per ridurre al lumicino la probabilità di ospitare software maligno. Ogni tanto qualcosa sfugge, ma la perfezione è dura da ottenere.