Il Crm “made in Belgium” di Teamleader è sbarcato anche in Italia. L’azienda, nata a Gent nel 2012 e capace di attrarre in pochi anni ben 5.800 clienti in sei Paesi, ha fondato il proprio successo (passando dall’essere una startup a quella che può essere definita a tutti gli effetti una scale-up) su una soluzione pensata per imprese da uno a cinque utenti, operanti soprattutto nel mercato dei servizi. La logica del Crm, che può comunque essere utilizzato anche in realtà da 50 dipendenti, è modulare, con una versione base e strumenti aggiuntivi per gestire ciclo di vendita, progetti, fatturazione e ticketing. Una piattaforma creata da zero, proposta unicamente in modalità Software-as-a-Service (su Amazon Web Services) e ad un costo che parte da 25 euro al mese per due utenti con sottoscrizione trimestrale o annuale.
“Prima di aprire in Italia è stato costituito un team madrelingua che ha lavorato per sei mesi nella sede centrale di Gent”, ha spiegato la country manager Sara Morandini. “Oggi siamo già in 10 e dovremmo diventare 15 entro fine anno. Ci rivolgiamo a realtà che quasi sempre non dispongono di una soluzione strutturata sulle loro dimensioni e volumi commerciali. Tipicamente, le Pmi italiane non hanno un software dedicato oppure utilizzano Excel, strumenti stand alone o sistemi all-in-one sovradimensionati”.
“La nostra soluzione crea un flusso strutturato per gestire i dati dei clienti e dei prospect, creare e mandare quotazioni e fatture, pianificare chiamate e meeting con il voice-over-Ip integrato, convertire quotazioni accettate in fatture con un semplice click”, ha aggiunto Morandini. Un altro punto di forza del Crm, oltre al prezzo, è la presenza di un marketplace con integrazioni verticali e per lo scambio di esperienze.
Teamleader offre inoltre un supporto post-vendita locale madrelingua gratuito, sia nella fase iniziale di implementazione sia per le consulenze successive. Per i primi 14 giorni la piattaforma è in prova gratuita. Ad oggi i clienti italiani sono circa duecento, con profili che spaziano dagli incubatori alle associazioni, per arrivare a chi gestisce i programmi per le startup. Almeno per ora il vendor sembra privilegiare il contatto diretto, ma la costruzione di un canale è una strada obbligatoria per raggiungere il target prefissato, quello delle Pmi.